Sicurezza: la mappa dei tagli in Calabria, Siulp “un controsenso”

Calabria Cronaca

Il progetto di revisione dei presidi di Polizia comporterebbe la soppressione di circa 200 presidi sull'intero territorio nazionale. Il 3 marzo il ministero ha comunicato ai Questori delle Province il "Progetto di razionalizzazione delle risorse e dei presidi della Polizia di Stato sul Territorio", evidenziando, "l'esigenza di una condivisa razionalizzazione della dislocazione dei presidi di Polizia sul territorio, che tenga in debito conto la conclamata carenza di organico in cui versano le forze dell'ordine e l'attuale congiuntura economica". I tagli imposti dalla spending rewiew prevedono la soppressione di 11 Commissariati di Polizia, 73 posti di Polizia Ferroviaria, 73 sezioni di Polizia Postale, 27 Sezioni e Sottosezioni di Polizia Stradale, 4 nuclei artificieri, 11 Squadre a cavallo, 4 sezioni di Sommozzatori, 50 Squadre Nautiche oltre che le rimodulazioni delle competenze di alcuni Compartimenti. In Calabria, i tagli sarebbero consistenti e riguarderebbero quasi tutto il terriotrio regionale.

Secondo il sindacato di Polizia Siulp, Siulp, a Cosenza chiuderanno il posto di polizia ferroviaria, la sezione di polizia postale e la squadra nautica, peraltro non operativa. A Crotone chiuderanno il posto di polizia ferroviaria, la sezione di polizia postale e la squadra nautica. Nella provincia di Reggio Calabria sono a rischio il posto di polizia ferroviaria di Gioia Tauro, il posto di polizia ferroviaria di Locri, l'ufficio di polizia frontiera marittima di Gioia Tauro, la squadra nautica sempre a Gioia Tauro. A Vibo chiuderebbe la Sezione di polizia postale. "Un vero e proprio controsenso per la nostra regione - lamenta il Siulp - che rispetto ad altre realtà necessiterebbe di maggiore attenzione. Si fa un gran parlare di emergenza criminalitù in Calabria. Si invocano leggi speciali si reclama un più alto livello di attenzione ma poi di fatto si pensa a tagliare le risorse necessarie".

"E' un paese davvero strano il nostro, - osserva il sindacato - una realtà in cui sin dal 1956 si avvertì l'esigenza di procedere alla soppressione di enti che la Pubblica Amministrazione denominò "enti Inutili". Venne, addirittura, creato un nuovo ente che avrebbe dovuto procedere alla soppressione degli enti Inutili". A tutt'oggi, fa rilevare il sindacato di Polizia, questi "enti inutili" esistono, il Governo Monti ne censì più di 500 oltre all'Ente che avrebbe dovuto procedere al loro scioglimento. "In realtà, oggi, - ha rilevare il sindacato - neanche quello si riesce piu' a sciogliere. Essi rappresentano un pozzo senza fondo nel quale ogni anno vengono letteralmente buttati 10 miliardi di euro. Si dieci miliardi. Ma in nome della spending review si preferisce sacrificare la sicurezza dei cittadini per preservare forse sacche di privilegi che arrivano a costare ogni anno 10 miliardi, la cifra che il nuovo Governo ha destinato al taglio imposto dal famoso cuneo fiscale. La rivisitazione della spesa pubblica dovrebbe essere il processo diretto a migliorare l'efficienza della macchina statale nella gestione dell'intero apparato della Pubblica Amministrazione. Ridurre i costi assicurando nel contempo servizi adeguati. Al contrario, nel nostro caso - sostiene il sindacato di Polizia - ci troviamo di fronte ad un progetto unilateralmente elaborato, senza alcun confronto e che vanifica costi già sostenuti dalla pubblica amministrazione, per la formazione del personale della Polizia Ferroviaria, Polizia Stradale, della Polizia Postale". (AGI)