Truffa al Servizio sanitario. In manette quattro medici e farmacisti

Vibo Valentia Cronaca

Quattro persone, tra cui medici, farmacisti e loro collaboratori, sono i destinatari di altrettanti ordini di misura cautelare con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. La Procura ha disposto anche il sequestro probatorio di una farmacia per quantificare il danno arrecato allo Stato e stimato in circa un milione di euro nell'ultimo triennio.

L’OPERAZIONE, denominata Pharma bluff, è stata eseguita dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia insieme agli agenti del Corpo Forestale, ed avrebbe consentito di smascherare una presunta truffa (il cui giro d’affari illecito supera il milione di euro). Le quattro persone coinvolte sono state sottoposte agli arresti domiciliari.

Nell’ottobre del 2012 il Corpo forestale dello Stato avevano scoperto, abbandonate ai margini di una strada provinciale nella frazione di Caroniti di Joppolo, nel vibonese, un considerevole numero di confezioni di medicinali, perfettamente integre e ancora in corso di validità. Sono stati così eseguiti dei riscontri documentali attraverso il sistema di tracciabilità del farmaco e l'analisi di oltre 25 mila ricette mediche per cercare di risalire al percorso di ogni singolo medicinale, identificando sia il medico che ne aveva curato le prescrizioni sia la farmacia dispensatrice. Le successive indagini, svolte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, attraverso numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, avrebbero permesso di accertare l'esistenza di un sodalizio criminale, costituito da farmacisti e studi medici compiacenti, che avrebbero commesso diversi reati ai danni del Servizio Sanitario Nazionale.

IL "SISTEMA" era organizzato in modo che la farmacia erogasse i farmaci ai propri assistiti in assenza di una prescrizione medica: la regolarizzazione avveniva solo in un secondo momento tra medico e farmacista. In questa fase le ricette sarebbero state liberamente "gonfiate", applicando una o più fustelle (i bollini autoadesivi) ed, infine, per disfarsi delle confezioni commercializzate ingannevolmente, queste venivano prima tolte dalle scatole e poi abbandonate. Il farmacista si sarebbe adoperato così per richiedere i rimborsi all'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia per i farmaci che non erano mai arrivati agli assistiti.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza indetta dal Procuratore della Repubblica di Vibo, Mario Spagnuolo, alla presenza dei Comandanti Provinciali della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato, Paolo Valle e Gaetano Lorenzo Lopez.

AI DOMICILIARI ANCHE IL SINDACO DI JOPPOLO

10:03 | C'è anche Giuseppe Dato, attuale sindaco di Joppolo, centro del Vibonese, fra le persone finite stamane agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione "Pharma bluff". Giuseppe Dato avrebbe agito nella qualità di farmacista del suo paese. Insieme a lui sono finiti agli arresti domiciliari anche Francesco D'Agostino, medico di base di Joppolo, Giuseppa Scinita e Carmen Ferraro (farmacista). Indagata a piede libero una quinta persona.

Fra i reati contestati c'è l'associazione per delinquere. Giuseppe Dato è sindaco di Joppolo dal maggio 2011. Nell'ottobre scorso la prefettura di Vibo Valentia ha trasmesso al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, le conclusioni delle commissioni d'accesso agli atti insediate a marzo 2013 nei Comuni di Joppolo, Limbadi e Ricadi (comune confinante con Joppolo) tese ad accertare eventuali condizionamenti ed infiltrazioni mafiose a seguito dell'inchiesta "Black money" contro il clan della 'ndrangheta dei Mancuso.

QUASI 200 LE FALSE RICETTE MEDICHE

12:15 | Sarebbero ben 181 le ricette mediche ritenute false dal gip di Vibo nell'ambito dell'inchiesta. I beneficiari sarebbero stati o "non affetti da patologie per le quali si rendeva necessaria l'assunzione dei farmaci prescritti oppure - sottolinea il gip - non bisognevoli in concreto poiché già muniti dei farmaci".

In concorso fra loro, secondo l'accusa, i quattro indagati avrebbero quindi "con artifizi e raggiri" tratto "in errore i funzionari dell'Asp di Vibo circa l'effettivo rimborso del prezzo di acquisto di 200 farmaci in realtà mai venduti ai pazienti". L'Asp avrebbe poi corrisposto "somme non dovute per un importo complessivo in corso di accertamento", conseguendo così "un ingiusto profitto con corrispondente danno per l'ente pubblico". Le presunte condotte criminose coprono un arco temporale che va dal luglio 2012 al giugno 2013 e sarebbero state realizzate a Joppolo e nella frazione di Caroniti, sede della farmacia del sindaco Giuseppe Dato (ai domiciliari), che avrebbe ricevuto "rimborsi per un importo triplicato e di gran lunga superiore rispetto alle farmacie dello stesso distretto come Joppolo, Nicotera e Spilinga, il che - sostiene il gip - appare sintomatico di un danno certamente superiore a quello concretamente stimato e fondato sui soli farmaci effettivamente rinvenuti abbandonati". L'inchiesta, che si avvale di videoriprese ed intercettazioni, è stata condotta dal pm Gabriella Di Lauro. (AGI)