Detenuto malato a Cetraro, Quintieri (Radicali) scrive al ministro della Giustizia

Cosenza Attualità
Casa Circondariale di Catanzaro

“Non voglio restare tutta la vita sulla sedia a rotelle.” Comincia così l’appello di un detenuto cetrarese, gravemente ammalato, ristretto da circa 2 anni in regime di media sicurezza nella Casa Circondariale di Catanzaro Siano. Si tratta del ventinovenne Alessio Ricco, imputato nell’Operazione “Overloading” e condannato in Appello alla pena di 8 anni e 8 mesi per traffico di sostanze stupefacenti. All’uomo, da alcuni mesi, è stata diagnosticata una artrite reumatoide, una malattia autoimmune altamente invalidante che progredisce velocemente e distrugge le articolazioni causando lesioni che comportano deformità e blocchi articolari irreversibili.

"Le sue condizioni di salute, nelle ultime settimane, sono degenerate rapidamente fino ad arrivare a deambulare con l’ausilio delle stampelle.Tra qualche giorno gli dovrà essere fornita dall’Amministrazione Penitenzaria la sedia a rotelle a causa della deformazione dei piedi che non gli consente più di calzare nemmeno le scarpe.

Il giovane detenuto, sposato e padre di una bambina, è già portatore di menomazioni all’apparato scheletrico ed in particolare modo ai piedi, alle mani ed ai gomiti. Secondo i più autorevoli esperti della Società Italiana di Reumatologia (Sir), per limitare i danni, è necessario rivolgere attenzione a questa patologia diagnosticandola il prima possibile ai fini di rallentarne il processo auto-distruttivo con cure efficaci, riabilitazione e interventi chirurgici correttivi altrimenti si rischia concretamente di compromettere la qualità della vita di chi ne soffre.

Per questi motivi, nei giorni scorsi, si è attivata la moglie di Ricco, Francesca Scornaienchi, con una lunga lettera indirizzata al Direttore del Carcere Angela Paravati per informarla delle gravi condizioni di salute di suo marito e della mancata predisposizione di una adeguata terapia farmacologica, idonea ad arrestare l’evoluzione della malattia. Tale lettera è stata inoltrata con una nota di Emilio Quintieri, esponente del Partito Radicale, al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, alla Direzione Generale dei Detenuti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ed all’Ufficio di Sorveglianza di Catanzaro.

“Alessio Ricco da tempo non riesce più a compiere autonomamente le più elementari funzioni della vita quotidiana. È con le stampelle e sta malissimo. La mattina lo devono persino alzare dal letto ed accompagnarlo al bagno. Non riesce più a mettersi nemmeno le scarpe perché gli si sono gonfiati e deformati i piedi.” afferma il radicale Quintieri nella nota inviata al Guardasigilli. “La malattia ha già pesantemente colpito le sue articolazioni danneggiandone la funzionalità.

Ma c’è di più : Alessio è costretto a vivere in una struttura fatiscente, molto umida e priva di riscaldamento, a farsi la doccia con l’acqua fredda, senza svolgere nessuna attività fisica, restando sdraiato per tutta la giornata sul letto in una cella di pochi metri quadrati in compagnia di topi e blatte. Gli somministrano solo del cortisone ed occasionalmente degli antinfiammatori. Questi medicinali servono solo ad attutire i dolori ma non sono sufficienti ai fini terapeutici.

A mio modesto parere Signor Ministro non ci sono dubbi che il mantenimento del detenuto in queste condizioni comporti un peggioramento del suo stato di salute e costituisca quindi un trattamento inumano, crudele e degradante proibito dal diritto interno e sovranazionale.” A tal proposito Quintieri ha evidenziato che, proprio in un analogo caso, la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, qualche anno fa, condannò la Russia per violazione dell’Art. 3 della Convenzione Europea per non aver fornito ad un detenuto che soffriva di artrite reumatoide il trattamento medico adeguato lasciandolo in una cella fredda e umida.

In altri casi, i Giudici Europei hanno condannato l’Italia per l’inadeguatezza delle cure apprestate ai detenuti che non deve essere quello “delle migliori cliniche civili” bensì quello della “compatibilità con la dignità umana”. Sugli Stati membri, sentenzia la Cedu, incombe l’obbligo di assicurare cure mediche ai detenuti in cattive condizioni di salute, obbligo che si specifica a sua volta : nel dovere di verificare se la persona è in condizioni di salute tali da poter essere sottoposta a detenzione; nel dovere di fornire al detenuto l’assistenza medica necessitata e nel dovere di adattare le condizioni della detenzione allo stato di salute della persona.

L’esponente radicale ha evidenziato al Ministero della Giustizia che il detenuto Ricco, tramite i suoi difensori di fiducia, qualche giorno fa, ha chiesto all’Autorità Giudiziaria competente (Corte di Appello di Catanzaro) la concessione degli arresti domiciliari ed in subordine il trasferimento in un Centro Clinico Penitenziario che sia attrezzato per affrontare la patologia di cui è affetto. La Cassazione, a più riprese, ha stabilito che “il diritto alla salute va tutelato anche al di sopra delle esigenze di sicurezza sicché, in presenza di gravi patologie, si impone la sottoposizione al regime degli arresti domiciliari o comunque il ricovero in idonee strutture.”

Emilio Quintieri, in conclusione alla sua nota alla Cancellieri scrive “Onorevole Ministro le chiedo di intervenire con la massima sollecitudine, per quanto di sua competenza, verificando se la malattia di cui è affetto il Ricco sia curabile nella Casa Circondariale di Catanzaro oppure, lo stesso, debba essere trasferito in altro idoneo Istituto Penitenziario o in altro luogo esterno di cura oppure sottoposto al regime degli arresti domiciliari.” Ora si attende il responso della Corte di Appello di Catanzaro."