Natale: un giorno ‘diverso’ per i calabresi in Algeria

Calabria Attualità Daniela Colurcio
I calabresi a Sidi Bel Abbes

È stato un Natale all’insegna dell’integrazione e del piacere di stare insieme quello trascorso ieri a Sidi Bel Abbes, ad ovest dell’Algeria, per circa una dozzina di calabresi qui per lavoro.

Per l’occasione, sono stati invitati, in una delle basi del cantiere, della Società Italiana per Condotte d’acqua S.p.a., per i lavori dell’alta velocità Oued Tlelat/Tlemcen, lungo 130 km che prevede la costruzione del viadotto ferroviario più alto al mondo, circa quaranta giovani studenti provenienti dalle comunità cristiane della Costa d’Avorio, Repubblica del Congo, Burkina Faso, Togo e Burundi che hanno allietato con diversi canti la cerimonia natalizia officiata da un prete di origini francesi. Presenti anche molte altre persone, una cinquantina, provenienti da diverse zone dell’Italia.

In un paese come l’Algeria, dove la libertà di espressione e di stampa, così come di religione, sono una chimera, il messaggio del parroco è stato quello dell’uguaglianza, tra razze, tra paesi, tra persone e religioni.

Un momento di incontro nella preghiera che ha unito bianchi e neri, italiani e africani nella magia del Natale e nella commemorazione della nascita di Gesù.

In Africa dunque per lavoro, anche molti calabresi, costretti, come tanti altri, a lasciare la propria amata terra da una crisi che ormai imperversa da anni e che non sembra accennare a placarsi, spingendo sempre più giovani, ma anche meno giovani, a spostarsi, emigrare, ma comunque fieri di poter partecipare alla realizzazione di un’opera così importante che in Calabria, purtroppo, ad oggi ancora non esiste.

A ricoprire un ruolo rilevante all’interno del progetto è un calabrese, Paolino Mancuso, direttore tecnico di cantiere, originario di Serrastretta, che, per le vacanze natalizie è stato raggiunto, in Algeria, dalla moglie e i due figli. Tra gli altri l’ingegnere Annunziato Fusaro, 30 anni, di Acri (Cosenza), in Algeria da 5 anni e 4 mesi per lavori diversi, tutti con la stessa società romana.

“Ho iniziato la mia carriera lavorativa nell’ufficio tecnico per Condotte d’acqua s.p.a. da settembre 2008 nell’est dell’Algeria dove sono rimasto per ben 20 mesi. – ci racconta l’ingegnere Fusaro - Questa esperienza mi ha fatto crescere a livello umano e lavorativo, ma la vera svolta professionale è stata quando mi sono trasferito nel cantiere dell’alta velocità, a settembre 2012, perché sono entrato nel campo della progettazione. Mi trovo bene e mi ritengo molto soddisfatto del mio lavoro per il quale ringrazio la società e soprattutto mio padre, anche lui dipendente.

Ho avuto – continua Fusaro - un collega in particolare, Valerio Maiello, campano, che mi ha sostenuto e molto aiutato i primi tempi. Dei calabresi che sono in questo cantiere posso dire che siamo quelli più duri a resistere più a lungo nello stesso posto; la maggior parte di loro si da’ da fare e sono dei grandi professionisti, tra loro l’ingegnere Mancuso, nostro direttore di tronco.

Ci riteniamo fortunati di avere questo posto di lavoro perché attualmente la Calabria non offre nulla, anche se sotto il profilo turistico, credo che sia una delle terre più belle, purtroppo costantemente rovinata dalla piaga della ‘ndrangheta.

Le feste qui – conclude Fusaro - si vivono in modo un po’ triste perché lontani dai propri familiari e anche perché la religione islamica non riconosce le nostre festività, ma comunque ringraziamo questo paese che ci da la possibilità di lavorare”.

“Io lavoro a Sidi Bel Abbes dal 2009, – racconta l'ingegnere Albino Gigliotti, 30 anni, di Botricello – dopo 6 mesi da stagista c’è stato un fermo lavori che ci ha tenuto in Italia per un anno e poi sono ritornato qui nel 2012. Qui il Natale, si lavora, anche se mezza giornata ma, con i nostri mezzi a disposizione abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio per vivere questa festività e l’abbiamo sempre trascorsa con le comunità cristiane di alcuni paesi africani.

La comunità dei calabresi – continua Gigliotti - è la più numerosa qui in Algeria e si è creato un bel gruppo di lavoro. In più, a lavorare qui, sono tre i laureati in ingegneria all’Unical di Cosenza, io, Marco Carbone di Isola di Capo Rizzuto e Annunziato Fusaro”

Gli altri calabresi vengono da Castrolibero (CS), Rocca Bernarda (KR), Giffone, Grotteria e Villa San Giovanni (RC) e, anche se i parenti mancano, tra colleghi e amici, non si sta poi tanto male e, come ci ha detto l’ingegnere Fusaro, anche in Africa “da buoni calabresi, non ci facciamo mancare nulla, dai salami all’immancabile ‘nduja”.