Società multietnica, Leone (Usr): nuovo contratto sociale sui diritti di cittadinanza

Reggio Calabria Attualità

I cognomi stranieri sui registri di classe sono sempre di più anche nella provincia di Reggio Calabria. Ci sono bambini nati qui inseriti dall’asilo e ragazzi arrivati in Italia già a adolescenti, con il ricongiungimento delle famiglie. I dati sono in crescita di anno in anno in Calabria come nel resto dell’Italia. E il Rapporto annuale del Ministero del’Istruzione evidenzia come per le dimensioni assunte, la costante crescita e la diffusione sul territorio, la scuola multietnica si configura come un elemento strutturale del nostro sistema scolastico. - Lo scrive in una nota Guido Leone, già Ispettore tecnico USR Calabria - Ma guardiamo più da vicino il fenomeno curiosando tra i dati che riferiscono anche della situazione in Calabria e nella provincia di Reggio Calabria in particolare, ricordando come le prime rilevazioni degli alunni non italiani nelle scuole italiane solo nell’a.s.83/84 contavano 6.104. In 30 anni gli alunni non italiani sono aumentati passando a 786.630, (di cui 377.565 femmine, il 48,00%), solo 30.691 in più rispetto all’anno precedente.

La Lombardia è la regione italiana che ospita il maggior numero di alunni immigrati 191.526, seguita dal Veneto e dall’Emilia Romagna. Al 15° posto la Calabria. Negli ultimi anni si può, dunque, rilevare come la crescita, da lenta e graduale, quale era stata per oltre un decennio, è stata velocissima, se non tumultuosa, anche per effetto dei provvedimenti di regolarizzazione.

La scolarizzazione di stranieri tenderà a consolidarsi. Gli alunni non italiani ora alla scuola materna ed elementare- le nuove leve scolastiche - rappresentano quasi i due terzi del totale di alunni stranieri. Il futuro inter-etnico siede già sui banchi di scuola. Ed anche sui banchi delle scuole calabresi e reggine.

La presenza degli alunni con cittadinanza non italiana in Calabria | Nelle scuole di ogni ordine e grado della regione calabrese ,secondo gli ultimi dati, la presenza ammonta a 13.447 unità ,d i cui 2.240 nella scuola dell’infanzia, 4.041 nella scuola primaria, 2.976 nella scuola secondaria di I grado e 4.190 nella scuola secondaria superiore.

La provincia di Cosenza è tra le consorelle calabresi quella a maggior incidenza del fenomeno con 4.580 allievi. A seguire Reggio Calabria con 4.172 allievi, Catanzaro con 2.168, Crotone con 1.510 e Vibo con 1.017. In Calabria è Reggio il comune più popolato scolasticamente da allievi stranieri che ammontano a 1.556, il 5,1% .

Nel Reggino ,nell’anno scolastico 1998/99 ,gli alunni stranieri erano 377; nel 1999/2000 : 486; nel 2001/2002 , 642;nel 2002/2003: 913;nel 2003/2004: 1.057; nel 2004/2005: 1.166; nel 2005/2006: 1.385 ; nel 2007/2008:2.721; nel 2.009/2010:3459. Dunque, come si può ben vedere, un costante incremento anche nella nostra provincia.

Ne Reggino la scuola primaria ospita il gruppo più consistente di allievi:1.239; la secondaria di II grado:1.169 ;la media :914; l’infanzia:850,dove l’aumento è sempre più costante. Nelle scuole superiori del Reggino la presenza dei ragazzi stranieri si distribuisce così: 275 nei licei, 533 nei tecnici, 279 nei professionali, 82 negli artistici.

La nazione più rappresentata | Sono quasi 200 le nazionalità diverse degli alunni presenti nelle scuole del Paese, una varietà di lingua, culture, etnie, razze. Lo stato estero più rappresentato in Italia è la Romania con 148.602 alunni, seguito dall’Albania , dal Marocco e dalla Repubblica popolare cinese, dalla Moldavia, dalle Filippine.

Sono in tutto 80 le cittadinanze rappresentate nel Reggino .Sul totale di 4.172 allievi stranieri la principale provenienza dagli altri Paesi si distribuisce come segue: Romania1.481, Marocco 711, Ucraina 268 , India 212, Filippine 158, Albania 93, Cina 73, Moldavia 55, altri Paesi 1.118.

L’incidenza dei nati in Italia tra gli alunni con cittadinanza non italiana | Le motivazioni dell’accrescersi della presenza di alunni stranieri sono da ricondursi ad alcuni fattori, tra cui l’ingresso nel sistema scolastico dei minori già presenti in Italia (i figli ricongiunti), l’incremento dei bambini nati da nuclei di stranieri stabilizzatisi nel nostro Paese (i figli dell’immigrazione familiare), il numero crescente di ragazzi in età scolare afferenti a nuclei familiari in procinto di stabilirsi in Italia.

Gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia nell’ a.s. 2007/2008 e iscritti nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado erano 1.319. Il rapporto ministeriale riferisce ora di 2.228 unità. Come si vede un incremento continuo. Nel Reggino sono 889, così distribuiti per ordine di scuola: 489 nell’infanzia; 247 nella primaria; 77 nella media di primo grado; 76 nelle scuole superiori.

Si tratta delle seconde generazioni, un segmento particolare della popolazione scolastica di origine straniera, con esigenze e bisogni educativi diversi da quelli degli allievi di recente immigrazione. Hanno in comune con i ragazzi italiani la stessa scolarizzazione, parlano quasi sempre la nostra lingua, hanno gusti e interessi uguali o simili ai coetanei italiani. Non presentano in genere criticità scolastiche particolari. Li rende diversi solo la pelle, la religione, l’origine.

Insomma, la cosiddetta seconda generazione ha un altro tipo di impatto sul sistema scolastico italiano in quanto l’ostacolo non è la lingua, problema maggiore per un ragazzo immigrato. Il nascere e crescere nel Paese ospitante può fungere già come una sorta di ammortizzatore sociale.

Resta prioritario per la scuola la disponibilità di mediatori linguistici e culturali, di facilitatori didattici, con i corsi di appoggio e di tutoring per gli alunni stranieri, col sostegno economico più allargato per le scuole che ospitano numeri alti di immigrati.

Ma i “nuovi “ Italiani con sempre maggiore consapevolezza e insistenza richiedono giustamente adeguati spazi di partecipazione, a partire dalla revisione della normativa in materia di cittadinanza. Attualmente non esiste alcun automatismo che garantisca a chi nasce in Italia da genitori stranieri l’acquisizione della cittadinanza italiana, con una evidente mancanza di rispondenza tra lo status giuridico e l’identità personale e sociale costruita nei percorsi formativi e nelle relazioni intessute nello spazio della propria esistenza:il “nostro”paese.

Valorizzare e rispettare le differenze, permettere la partecipazione politica e il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalità non dovrebbero essere grandi passi per un Paese democratico. Eppure è così. Da tempo stiamo aspettando la riforma del diritto di cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari.”