Trasferimento anestesisti: Guccione chiede provvedimenti e apertura inchiesta

Cosenza Salute

“La marcia indietro effettuata, come se nulla fosse accaduto, da parte della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, che è stata costretta a rimangiarsi la decisione del trasferimento dei tre medici anestesisti, è l’ennesima conferma che nell’organizzazione di questa azienda prevalgono scelte dettate dalla politica e non da criteri che privilegiano l’efficienza e la professionalità”.

È quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, a commento della revoca di un provvedimento che egli stesso aveva sollecitato e richiesto con ferma determinazione.

“Le scelte –prosegue Guccione- che vanno in direzione opposta alla necessità di rendere l’Annunziata un’eccellenza sanitaria, fanno ormai parte di un lunghissimo e deplorevole elenco. Nel marzo scorso, per esempio, tra lo stupore ed il disappunto generale, fu effettuata la sostituzione del Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Azienda Ospedaliera, dott. Giuseppe Corriero con il dott. Francesco Amato, il cui curriculum tecnico-formativo non è ancora stato pubblicato, come previsto dalla legge, sul sito della stessa Azienda Ospedaliera per poter verificare il possesso di tutti i requisiti richiesti per svolgere un compito così gravoso e delicato. Mai, io credo, Corriero o qualsiasi altro Direttore di Dipartimento avrebbe permesso, con il trasferimento di tre anestesisti, di depotenziare un Dipartimento che rappresenta un fiore all’occhiello per l’Annunziata ed una vera e propria eccellenza in Italia.

Dal 2006 ad oggi, infatti, l’UOC di Anestesia ha effettuato circa settantamila (70.000) prestazioni senza che si sia mai registrato nessun incidente mortale, nessun contenzioso medico-legale, nessuna richiesta di risarcimento”.

“Aver in modo insensato ed irresponsabile pensato di trasferire e, quindi, di ridurre la capacità operativa dell’UOC di Anestesia –conclude il consigliere regionale del Pd- è un fatto gravissimo, che si configura come un vero e proprio caso di “malasanità” e che, quindi, deve essere vagliato, approfondito e sottoposto alla valutazione della Commissione di disciplina dell’Azienda Ospedaliera. Nello stesso tempo, si chiede anche l’apertura di un’inchiesta da parte dell’autorità competente, considerato che tale atto avrebbe nuociuto, e non poco, alla capacità operativa dello stesso presidio ospedaliero e alla salute dei cittadini”.