Morte Bergamini: ex fidanzata non va in procura, camionista zitto

Cosenza Cronaca

Giornata di interrogatori tra silenzi e assenze giustificate oggi dinanzi alla procura della Repubblica di Castrovillari che nel 2009 ha riaperto le indagini sulla morte del centrocampista del Cosenza Calcio Denis Bergamini, deceduto il 18 novembre del 1988 sembra in seguito all'impatto con un camion lungo la Statale 106 ionica, poco dopo il centro abitato di Roseto Capo Spulico, nell'Alto Jonio cosentino.

La procura ha deciso il passo anzitutto su sollecitazione della famiglia di Denis che non ha mai creduto al suicidio del giocatore. Stamattina il procuratore Franco Giacomantonio e il suo sostituto Maria Grazia Anastasia avrebbero dovuto sentire Isabella Internò, l'ex fidanzata di Denis Bergamini che quella sera era assieme a lui nella Maserati con cui raggiunsero la costa ionica da Cosenza. La donna, sposata e madre di famiglia, indagata dalla magistratura inquirente castrovillarese per concorso nell'omicidio del calciatore, non s'è presentata davanti ai magistrati.

L'ex fidanzata era ara attesa nella compagnia dei carabinieri di Castrovillari, dove c'erano il procuratore Giacomantonio, il sostituto Maria Grazia Anastasia, i carabinieri della locale Compagnia e il comandante del reparto operativo provinciale dell'Arma, colonnello Vincenzo Franzese. In caserma si sono invece presentati solo gli avvocati della Internò che però ne sono usciti poco dopo senza rilasciare dichiarazioni. Oggi doveva essere sentito pure Raffaele Pisano, il camionista di Rosarno che quella piovosa sera di metà novembre era alla guida del camion Fiat sotto il quale sarebbe morto Denis Bergamini.

È anch'egli indagato, ma per false dichiarazioni al pubblico ministero e per favoreggiamento. Pisano, in passato, aveva sostenuto che Bergamini si era lanciato contro il suo camion e la sua tesi era stata confermata dall'ex fidanzata del calciatore. Entrato in caserma nel primo pomeriggio, il camionista non ha aperto bocca dinanzi ai magistrati avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il suo legale ha spiegato la decisione: "Non conosciamo ancora tutti gli atti dell'inchiesta". (AGI)

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