‘Ndrangheta, operazione “Araba Fenice”: i nomi degli arrestati

Reggio Calabria Cronaca

Nell’ambito dell’operazione "Araba Fenice" eseguita dalla Guardia di Finanza su mandato della Dda di Reggio Calabria contro 47 persone, sono stati eseguiti i seguenti provvedimenti, emessi dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Reggio:

29 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di: Francesco Ambrogio; Natale Assumma; Serena Assumma; Francesco Audino; Antonio Autolitano; Saverio Autolitano, 52 anni; Antonino Calabrò; Giacomo Santo Calabrò; Giovanni Ficara; Mario Giglio; Antonino Gozzi; Giuseppe Gozzi; Salvatore Laganà; Antonino Latella; Vincenzo Latella; Giuseppe Stefano Tito Liuzzo; Antonino Lo Giudice; Giuseppe Mangiola; Francesca Marcello; Osvaldo Salvatore Massara; Francesco Giuseppe Masucci; F.M.; Sebastiano Musarella; Antonino Nicolò; Antonino Pavone; C.Q.; Salvatore Saraceno; Domenico Serraino, 58 anni; Domenico Serraino, 51 anni;

18 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di: Autolitano Antonino, 33 anni; Autolitano Antonino, 39 anni; Francesco Autolitano; Saverio Autolitano; Ilenia Cardia; Angelo Casciano; Francesco Creaco; Vincenzo Giovanni Fazia; Caterina Fontana; Silvana Latella; Giulio Lugarà; Teresa Masucci; Demetrio Nicolò; Fortunata Nicolò; Angela Saraceno; Giuseppa Vazzana; Francesco Chirico; Antonio D’Agostino.

14 sequestri preventivi d’azienda, unitamente al relativo intero capitale sociale, quote societarie e patrimonio aziendale nei confronti della:ditta individuale “Gieffe Costruzioni” Di Ficara Giovanni; Diamante S.R.L.; Ditta Individuale “Ferro Liberty” Di Latella Vincenzo; Ditta Individuale “Massara Osvaldo”; Ditta Individuale “Pavone Antonino”; Edilsud S.N.C. Di Calabrò Francesco & C.; Ditta Individuale “Serena Assumma”; Fimpredil Costruzioni Di Cardia Ilenia & C. S.A.S.; Edil Sa.F. S.R.L.; Italsavia Di Autolitano Saverio & C. S.N.C.; Ditta Individuale “Latedil” Di Latella Silvana; Ditta Individuale “Impianti E Costruzioni” Di Fazia Vincenzo Giovanni; Ali Costruzioni S.R.L.; Naike Di Nicolò Antonino & C. S.N.C..

Ulteriori sequestri preventivi di unità immobiliari, terreni, autoveicoli e conti correnti bancari per un totale di circa 90 milioni di euro.

Altresì, sono state eseguite su tutto il territorio nazionale, in particolare tra Calabria, Piemonte, Veneto, Lombardia e Puglia, circa 90 perquisizioni e contestuali sequestri, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti non solo dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, ma anche nei confronti di ulteriori 17 soggetti, denunciati a piede libero nell’ambito del procedimento penale in parola.

L’operazione odierna ha, pertanto, richiesto l’impiego di ben 500 militari della Guardia di Finanza impegnati nell’esecuzione delle 47 ordinanze di custodia cautelare, di 90 perquisizioni domiciliari, nonché nel sequestro di 45 immobili e di 14 imprese con relativo patrimonio aziendale.

12:08 | Inoltre, - sempre secondo gli inquirenti - per la realizzazione dell’opera edificatoria i Calabrò avrebbero fatto affidamento sull’apporto di capitali non propri, ma riconducibili a due noti esponenti di famiglie criminali di Reggio Calabria, Giuseppe Stefano Tito Liuzzo e Antonino Lo Giudice, dando solo una parvenza di legalità all’investimento imprenditoriale. Liuzzo e Lo Giudice avrebbero assunto, in tal modo, il ruolo di veri e propri “soci occulti” della Edilsud S.n.c., al punto tale da essere interpellati in caso di qualsiasi decisione imprenditoriale ovvero per la definizione delle compravendite degli immobili realizzati,senza mai apparire formalmente ed in alcun modo nella compagine societaria.

A seguito di un vero e proprio “summit mafioso” sarebbe stato proprio di Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, il compito di scegliere le imprese che avrebbero lavorato presso il cantiere della società, dovendosi occupare del completamento delle strutture murarie innalzate, della realizzazione degli impianti elettrici ed idraulici, della posa dei pavimenti e delle piastrelle, della pitturazione interna ed esterna, degli infissi e di svariati altri lavori necessari al completamento dello stabilimento residenziale.

Nella vicenda sarebbe coinvolta la commercialista Francesca Marcello, amministratrice giudiziaria di una delle società sequestrate, e poi confiscate, la Euroedil S.a.s.. La professionista reggina, nominata dal Tribunale di Reggio Calabria allo scopo di tutelare gli interessi dell’amministrazione giudiziaria e, di conseguenza, dello Stato, avrebbe svolto il proprio mandato –anche con la connivenza dell’impiegato di banca Giulio Lugarà per le operazioni sul conto corrente bancario della Euroedil Sas,– “talvolta quasi in posizione di sottomissione” affermano gli inquirenti, a Liuzzo, che di fatto continuava a gestire il suo patrimonio, i cambio di vantaggi personali, come nel caso dei lavori che Liuzzo avrebbe effettuato nella sua abitazione.

Altra figura di rilievo affiorata nel corso delle indagini e che può essere ricompresa, a pieno titolo, in quella che viene definita l’area grigia reggina, è quella di un commercialista che insieme unitamente al collega Francesco Creaco, nel rapporto con Liuzzo non si sarebbe limitato a svolgere solo la sua attività di consulente, ma si sarebbe posto come vero e proprio consigliere del pregiudicato mafioso, al punto tale da chiarire come fosse necessario effettuare una rivisitazione societaria, tale da evitare eventuali misure ablative di qualsiasi tipo.

L’apporto del commercialista sarebbe stato costante e decisivo, tanto da influenzare e plasmare le decisioni che Liuzzo ha assunto per mettere in pratica il suo disegno criminoso. Nel corso delle conversazioni intercettate il professionista reggino – secondo l’accusa - teneva aggiornato Natale Assumma, “factotum” e cognato di Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, delle vicende societarie riguardanti le principali persone giuridiche appartenenti al c.d. “Gruppo Liuzzo”.

Nel novero degli ambigui rapporti intrattenuti dal Liuzzo Giuseppe Stefano Tito con i colletti bianchi della città di Reggio Calabria, particolare menzione meritano i colloqui intrattenuti con l’avvocato Mario Giglio, il quale si può considerare – secondo gli investigatori - un consolidato punto di riferimento per Liuzzo, e non solo per questioni legali.