Castrovillari: LSU/LPU in assemblea permanente contro precarietà

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No alla precarietà, alla provvisorietà ed incertezza continua ed istituzionalizzata che non aiutano a scorgere alcun futuro, alcuna crescita e, soprattutto, alcuna sicurezza , mortificando, così, tante capacità e persone, indispensabili per i servizi che erogano gli enti.

E’ a partire da questo assunto impossibile, indignitoso, mortificante ed estenuante che continua la mobilitazione degli LSU-LPU in regione e nei vari Comuni, dove sono utilizzati, e per rivendicare la stabilizzazione tanto attesa ed agognata che interessa molti padri e madri di famiglia, tenuti “sulla corda” contro ogni desiderio di una vita più regolare.

Al Comune di Castrovillari gli appartenenti al bacino del precariato storico calabrese sono da questa mattina in assemblea permanente per tenere alta l’attenzione “su questa vergogna- come affermano loro stessi e Cgil, Cisl e Uil nelle valutazioni ed in attesa dell’incontro che si terrà domani, mercoledì 6 novembre, a palazzo Chigi, tra Stato e Regione”.

A sostegno della vertenza, qui nel capoluogo del Pollino, si è schierata anche l’Amministrazione comunale con in testa il Sindaco, Domenico Lo Polito che, durante un momento di confronto, ha ribadito la vicinanza dell’ente alla legittima battaglia “la quale- ha sostenuto- in questo particolare frangente storico si connota di grande preoccupazione e tensioni, minando qualsiasi speranza ed eventuale tranquillità.” Lo stesso ancora una volta ha richiamato pure il ruolo e l’importanza di questi lavoratori per l’erogazione dei servizi pubblici comunali e la loro qualità. La “lotta” è appoggiata anche dalla RSU municipale che ha espresso particolare vicinanza ai colleghi.

All’assemblea Michele Tempo, responsabile della Camera del Lavoro Cgil di Zona di Casrovillari,ha comunicato i passi che il Sindacato sta effettuando per dare giusta soluzione al disagio, ricordando le recenti scelte della Regione grazie alle iniziative attuate e la conquista del Tavolo romano , presso la Presidenza del Consiglio, al fine di portare la questione verso una definizione per le “migliaia di attese ultradecennali”.

“Lo stato di agitazione- come è stato ribadito da più parti- non vuole creare problemi alle pubbliche amministrazioni ma solo dare un segnale ed assaggio di cosa potrebbe scaturire, nel caso dovesse malauguratamente succedere, dalla mancanza di questo personale negli enti e, più precisamnente, nei servizi, dove ormai è indispensabile, anche per l’esperienza e le competenze acquisite. Per questo è fondamentale un impegno di tutti per cancellare, una volta per sempre, questo stato di cose che rappresenta il limite irragionevole alle tante volontà conclamate di dare giusta risoluzione al proplema, che non può prescindere dal diritto al lavoro sancito dalla Costituzione per partecipare responsabilmente alla propria crescita ed a quella della nazione.”

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