Teatro Morelli: A. H. di Latella, alla ricerca delle origini del male

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Antonio Latella

Un titolo solo apparentemente incomprensibile, che subito si svela nell’identità di chi nel Novecento ha incarnato l’emblema del male, Adolf Hitler. Uno dei più recenti spettacoli firmati da Antonio Latella - A. H. appunto (produzione stabilemobile-compagnia Antonio Latella) - è figlio di un percorso artistico che il drammaturgo e regista compie sulla menzogna, attraverso il quale ricerca le radici del male.

Dopo il debutto estivo a Dro, lo spettacolo ha iniziato la sua tournèe nei teatri italiani e venerdì 8 novembre (ore 21.00) approda al Morelli, nella rassegna di teatro contemporaneo “More”, allestita da Scena Verticale.

Una potente prova d’attore, affidata all’interpretazione di Francesco Manetti. Collaboratore di lunga data della compagnia di cui ha curato il training a partire da Hamlet’s Portraits, Manetti utilizza la propria esperienza sul movimento come codice di partenza per una partitura drammaturgica sul corpo che diventa la toccante cifra della performance.

Attraverso una drammaturgia – curata dallo stesso Latella e da Federico Bellini – che spazia dalla Torah alla Bibbia, da Tolkien a Chaplin, da Lars von Trier a Antony and the Johnson, la performance giunge fino ad Adolf Hitler. In una scena spoglia, in cui compaiono solo un manichino da pittore, due secchi e un grande foglio da disegno, Francesco Manetti non imita, non interpreta, non recita il Fuhrer, ma incarna lo stesso concetto di male.

Questo lavoro sulla centralità dell’attore in scena, inscritta nell’ampio percorso di ricerca del regista sul tema della menzogna, sfocia in due nuovi spettacoli: Die Wohlgesinnten (ha debuttato il 4 ottobre scorso alla Schauspielhaus Wien, in Italia il 12 e 13 ottobre al Teatro Eliseo nell’ambito di Romaeuropa Festival) e Il servitore di due padroni (produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato; debutto il 21 novembre al Teatro Bonci Cesena).

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