Inchiesta derivati: procura Catanzaro chiede 7 rinvii a giudizio

Catanzaro Cronaca

La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di sette indagati - e l'archiviazione per un'ottava persona - nell'ambito dell'inchiesta relativa alla sottoscrizione di contratti derivati (Swap) da parte della Regione Calabria con la Banca Nomura, negli anni dal 2004 al 2006. Dopo l'avviso di conclusione indagini emesso a marzo, adesso i titolari dell'inchiesta, i sostituti procuratori, Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, hanno chiesto il processo per l'ex consulente della Regione Calabria, Massimiliano Napolitano, rappresentante della "Consulenti srl"; l'ex dirigente del Dipartimento 3 Bilancio Finanze Programmazione e Sviluppo Economico dell'Ente, M.P; la moglie di quest'ultimo, C.C., socia della "Consulenti srl", e inoltre tre funzionari dell'Istituto di credito giapponese, Arturo De Visdomini, Andrea Giordani, Alessandro Attolico, nonchè la "Nomura Global Financial Products Inc." in persona del legale rappresentante pro tempore. Una richiesta di archiviazione delle accuse è stata invece presentata per Armando Vallini, ex funzionario della Banca Nomura. Le accuse contestate, a vario titolo, sono la truffa aggravata in danno della Regione Calabria, la frode in pubbliche forniture e la falsita' ideologica.

L'inchiesta in questione è stata condotta dalla Guardia di finanza dalle cui investigazioni sarebbe emerso che la Banca Nomura avrebbe sborsato due milioni e mezzo di euro in favore di Napolitano per "comprare" la sua consulenza, in modo che egli inducesse la Regione a sottoscrivere i contratti derivati, e che i soldi sarebbero giunti a quest'ultimo attraverso una complessa movimentazione avvenuta grazie a società estere e conti correnti cifrati, che gli investigatori hanno identificato ricostruendo passo passo gli spostamenti del denaro, transitato su di un conto corrente acceso presso la Barclays Bank di Londra, intestato alla società Keaton Llc che è stata registrata a New York e che, sempre stando alle accuse, sarebbe riconducibile allo stesso Napolitano. Quest'ultimo, rappresentante della societa' di intermediazione Consulenti srl, nominato da M.P. consulente della Regione Calabria con decreto del 30 settembre 2004, è stato arrestato l'11 dicembre del 2011 dai militari delle Fiamme gialle, che eseguirono anche il sequestro preventivo di circa due milioni e mezzo di euro, di cui 1,8 su un conto corrente di Nomura, banca giapponese iscritta nel registro degli indagati per violazione del Decreto legislativo 231 del 2001, la legge che estende alle società la responsabilità per il reato di truffa a danno di enti pubblici.

La Procura di Catanzaro aveva allora acquisito da alcuni mesi l'inchiesta per competenza territoriale, a seguito dell'apertura di un fascicolo da parte di Alfredo Robledo, il procuratore aggiunto di Milano, che con le sue indagini sui derivati degli enti territoriali ha fatto da apripista per molti altri Uffici. La vicenda, secondo quanto reso noto all'epoca dell'arresto di Napolitano, riguarda una serie di tre operazioni in derivati (swap) relative a un prestito obbligazionario sottoscritto dalla Regione Calabria per un importo pari a circa 325 milioni di euro. Secondo un comunicato emesso in quell'occasione dal Comando provinciale di Milano delle Fiamme Gialle l'istituto giapponese avrebbe "ottenuto con modalità fraudolente, profitti illeciti per circa 25 milioni di euro, parte dei quali (circa 2,5 milioni) sono stati veicolati in favore del consulente finanziario tratto in arresto". (AGI)