Operazione “Cinque stelle”: fondi stato a clan, sequestrati albergo e società. I DETTAGLI

Reggio Calabria Cronaca

Ammontano a svariati milioni di euro i beni sequestrati nell'ambito dell'operazione denominata "Cinque stelle" eseguita dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e dai Carabinieri di Reggio Calabria. I sigilli sono stati posti ad un albergo di Roccella Jonica, del valore di 11 milioni di euro, e alle quote di tre società riconducibili agli indagati, che, secondo le indagini, sarebbero legati al clan Aquino-Coluccio di Marina di Gioiosa Jonica.

Notificate anche sette informazioni di garanzia con perquisizione locale e personale per i reati di truffa continuata e riciclaggio, con l'aggravante delle modalità mafiose. Tra le società sequestrate, quella a cui farebbe capo la struttura alberghiera, del valore di oltre 10 milioni di euro. L'indagine svolta dalla Guardia di Finanza a seguito di uno stralcio dal procedimento relativo all'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso a Locri il 16 ottobre 2005, è stata integrata con ulteriori elementi che sono stati acquisiti dalle inchieste "Crimine" e "Solare" ed avrebbe consentito di evidenziare indebiti finanziamenti erogati del ministero dello Sviluppo Economico nei confronti di persone, tra cui alcuni imprenditori, contigue alla cosca Aquino-Coluccio nell'ambito dei patti territoriali della locride. Inoltre, la cosca oggi al centro dell'operazione è leader nel narcotraffico internazionale. Secondo quanto emerso dalle numerose inchieste che si sono susseguite negli anni, i componenti della cosca hanno gestito fiumi di cocaina, arrivata dal sud America alla costa jonica calabrese.

I DETTAGLI | Il comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria ha eseguito perquisizioni nei confronti di sei soggetti, considerati "molto prossimi" alla cosca Aquino - Coluccio, finalizzate anche alla ricerca di elementi utili al prosieguo delle indagini. Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal Gip del tribunale di Reggio Calabria, Kate Tassone, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia reggina, che ha diretto le indagini nei confronti di cinque persone fisiche, denunciate per i reati di riciclaggio e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravati dall'utilizzo di metodologie comportamentali mafiose, nonché di una persona giuridica segnalata per illeciti riguardanti la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica. Un noto albergo, secondo quanto reso noto, rientra nel patrimonio aziendale della di una società con sede a Siderno (Rc), beneficiaria di un ingente contributo pubblico di oltre 3,8 milioni di euro erogato nell'ambito del patto territoriale della locride, destinato alla realizzazione di una struttura turistico-alberghiera. Dagli approfondimenti sulle anomalie della considerevole agevolazione pubblica concessa sarebbe emerso che dietro l'apparentemente irreprensibile compagine sociale di facciata vi fosse la "regia" di alcuni pericolosi soggetti appartenenti alla cosca Aquino-Coluccio. Ulteriori indagini eseguite hanno permesso non soltanto di comprovare definitivamente l'illecita percezione dei contributi pubblici milionari ma anche di individuare ed isolare all'interno della consorteria criminale uno strutturato e funzionale apparato organizzativo specializzato nell'investire e riciclare gli ingenti capitali di illecita provenienza accumulati dagli altri settori operativi del clan. I principali esponenti dei Coluccio sono i fratelli Giuseppe e Salvatore. Il primo fu arrestato nell'estate 2008 in Canada, venne catturato in una lussuosa struttura residenziale e nel suo appartamento furono trovati un milione e mezzo di dollari canadesi in contanti. L'anno successivo venne arrestato il fratello: Salvatore Coluccio è stato trovato nella sua abitazione a Marina di Gioiosa Jonica. I contatti che entrambi tenevano con i narcos sudamericani sono stati definiti di notevole rilievo. La famiglia Aquino è alleata con i Coluccio, direttamente impegnata con i propri uomini nella gestione del traffico di cocaina, che attualmente contano quattro latitanti, attivamente ricercati dalle forze dell'ordine: i fratelli Rocco Aquino (50 anni), Giuseppe (48) e Domenico (45), e lo zio Nicola Rocco Aquino (61 anni). Nello scorso mese di ottobre, i carabinieri hanno trovato alcune lettere nell'abitazione del cognato di Rocco Aquino che erano indirizzate al boss, con riferimenti al pagamento delle estorsioni, altro settore criminale in cui sono coinvolti. Una delle più importanti operazioni che li ha colpiti è stata 'Solare' nel 2008, che portò a 200 arresti tra l'Europa e il sud America, con il sequestro di 16 tonnellate di cocaina. Un ulteriore tassello si è aggiunto nell'operazione 'Crimine' che nel luglio dello scorso anno ha portato a 300 arresti tra la Calabria e la Lombardia. Nel corso degli anni i Coluccio e gli Aquino hanno accumulato un'impressionante capitale, reinvestito in attività apparentemente lecite. Già diversi beni sono stati aggrediti dalla Direzione distrettuale antimafia, con sequestri e successive confische.