Pollino, Associazioni ambientaliste: piano di taglio del cuore del Parco Nazionale

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San Sosti

“Ancora una volta, chi pensava che per proteggere la biodiversità in una determinata area sarebbe bastato il confine di un Parco Nazionale e, magari contemporaneamente, quello di un SIC e di una ZPS, cioè di aree incluse nella rete europea “Natura 2000” che comprende le aree di maggiore importanza naturalistica a livello europeo e che devono essere adeguatamente tutelate dagli Stati membri, ha dovuto ricredersi. - Lo affermano in una nota stampa congiunta le associazioni ambientaliste Altura, Italia Nostra, Lipu Rende, Man, Ola, Wwf, Cnp - È infatti di pochi giorni fa la notizia che annuncia il taglio di una importante area forestale in Zona 1 del Parco Nazionale del Pollino, all’interno della ZPS IT9310303 Pollino e Orsomarso e, come se non bastasse, strettamente adiacente (o parzialmente inclusa) al perimetro di almeno due SIC: IT9310027 Fiume Rosa e IT9310022 Piano di Marco, entrambi istituiti proprio per la conservazione degli habitat forestali e della fauna ad essi associata.

Il sito in questione - si legge ancora nel comunicato delle associazioni - ricade nel comune di San Sosti (CS) e si trova a circa 1000 m s.l.m., lungo il versante meridionale del monte Muletta. I boschi maturi di Cerro e di Acero caratterizzano la vegetazione dell’area, un vero scrigno per la fauna degli ambienti forestali rappresentata da specie particolarmente protette a livello comunitario (elencate nell’Allegato II della Direttiva habitat 92/43/CEE e nell’Allegato I della Direttiva uccelli 2009/147/CE) o di rilevante importanza biogeografia. Tra tutte ricordiamo, traendole direttamente dalle schede dei siti Natura 2000 appena citati, gli anfibi Salamandrina dagli occhiali e Rana appenninica; i serpenti Cervone e Saettone; gli uccelli Aquila reale, Falco pellegrino, Picchio nero, Balia dal collare, Coturnice; i mammiferi Lupo appenninico, Capriolo italico, Lontra (lungo il fiume Rosa). Tra la flora altrettanto importante è la presenza di Peonia peregrina e Peonia mascula.

Il valore ecologico e conservazionistico dell’area è chiaramente indiscutibile ma per l’ennesima volta gli interessi economici di qualcuno prevalgono anche sui vincoli ambientali più importanti. A tal proposito le associazioni firmatarie chiedono di sapere se è stata fatta la valutazione d’incidenza obbligatoria in casi di questo genere, se la valutazione è stata poi approvata dalle autorità regionali e se l’Ente Parco ha dato l’autorizzazione.

In ogni caso - concludono le associazioni - chiedono che il caso venga rivisto dagli organi competenti e dall’ufficio di Conservazione del Parco del Pollino preposto più di tutti alla regolamentazione di attività antropiche così impattanti, chiaramente del tutto incompatibili con le più elementari esigenze di tutela di un’area protetta, nonché dei siti inclusi nella rete di “Natura 2000”.”