Vertenza ex Omeca: i dipendenti scendono in piazza

Reggio Calabria Cronaca
Foto: Reggiopress

Vertenza ex Omeca: i dipendenti scendono in piazza per protestare contro il piano Finmeccanica. Organizzazioni sindacali in Prefettura. “Oggi i lavoratori, -si legge in una nota della Cgil di Reggio-Locri – che rischiano il proprio posto di lavoro a seguito del piano di Finmeccanica, sono scesi in piazza a protestare. E lo hanno fatto, scegliendo un posto-simbolo, quello di Piazza Italia, di fronte alla sede prefettizia del Comune reggino.

Qui, i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di RC - insieme ai rappresentanti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil e alle RSU - sono stati ricevuti in Prefettura. 600, gli operai di Torre Lupo che aspettano in Piazza Italia: un sit-in pacifico in attesa di ricevere una risposta sul loro futuro”.

“Chiediamo alla deputazione calabrese tutta e al Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Scopelliti, di farsi carico della vertenza che riguarda i dipendenti di Torre Lupo ed esser presenti al Tavolo Nazionale che si terrà il prossimo 11 ottobre a Roma, proprio sulla questione di AnsaldoBreda”. - È quanto affermano i Segretari Generali Mimma Pacifici (Cgil Rc-Locri), Domenico Serranò (Cisl Rc) e Pino Zito (Uil Rc) che, questa mattina, sono stati ricevuti in Prefettura dalla dottoressa Patrizia Adorno, in qualità di vice-prefetto - La delegazione, composta dai Segretari Generali, dai rappresentanti di categoria e dalle Rsu, è stata ascoltata dalla dott.ssa Adorno la quale ha assicurato che le istanze presentate dalle OO.SS. verranno riportate al Prefetto, dott. Vittorio Piscitelli, il quale se ne farà carico nel corso del Tavolo Istituzionale che si terrà a Roma.

La protesta di oggi, infatti, si inserisce in un quadro nazionale che coinvolge tutti gli stabilimenti AnsaldoBreda: Pistoia, Napoli, Reggio Calabria e Palermo. Il piano elaborato da Finmeccanica punta a una progressiva e pesante riorganizzazione degli stabilimenti in termini di forza lavoro e di strutture.

I Segretari Generali hanno chiesto che al tavolo istituzionale, che si svolgerà a livello governativo, si apra una discussione di politica industriale specifica per il futuro dello stabilimento calabrese.

“Se la deputazione calabrese e la Regione Calabria – sottolineano Pacifici, Serranò e Zito - non riusciranno a incidere sulle scelte politiche nazionali, a sostegno della realtà produttiva dello stabilimento calabrese, che rappresenta un fiore all’occhiello dell’industria italiana, li riterremo responsabili del fallimento. Un ulteriore fallimento, quello dell’ex Omeca, che va a discapito dell’intero territorio calabrese”.