Il consiglio regionale approva il referendum sul tribunale di Rossano

Calabria Attualità Antonio Le Fosse

Votata all’unanimità, nel corso del Consiglio regionale della Calabria, la proposta di Referendum per salvare il Tribunale di Rossano. Una soluzione che, in base all’articolo 75 della Costituzione, deve passare attraverso l’adesione di altri 4 consigli regionali, oltre a quello calabrese. L’obiettivo, dunque, è quello di annullare le disposizioni della legge 148 e dei decreti legislativi 155 e 156. Soddisfatto il rappresentante rossanese, il consigliere regionale Giuseppe Caputo (PDL), il quale, da tempo, si sta battendo per evitare la soppressione dell’importante presidio di giustizia bizantino.

“L’accorpamento a tribunale di Castrovillari – ha dichiarato Caputo – rappresenterebbe una soluzione illegittima e irrealizzabile, in quanto viola le disposizioni della legge 148. Sulla stessa lunghezza d’onda di Caputo è stato anche il consigliere Gianluca Gallo (Udc), che osserva come su 4 tribunali a rischio ne è stato chiuso solo uno. “La chiusura del tribunale di Rossano, operante un territorio dove sono presenti forti consorterie criminali, ha sottolineato nel suo intervento Gallo – i risparmi che si otterranno sono irrisori, ma il Ministero dovrà spiegarci quanto costerà trasferire i detenuti dal carcere di Rossano a quello di Castrovillari.”

Per il consigliere centrista in gioco c’è l’abrogazione di una vera e propria «bruttura» legislativa. Anche il Pd appoggia la proposta di referendum. Sandro Principe, dopo aver annunciato il voto favorevole del gruppo democrat, ha ribadito l’importanza dei tribunali come capisaldi della legalità in una regione a rischio come la Calabria, non senza ricordare come la primogenitura del riordino degli uffici giudiziari porti la paternità dell’allora Ministro della Giustizia, dell’ultimo Governo Berlusconi, Angelino Alfano. Demetrio Naccari Carlizzi nel suo intervento, invece, ha voluto sottolineare la responsabilità della chiusura del Tribunale di Rossano non sarebbe del Ministro Cancellieri, bensì di un esecutivo “amico” della maggioranza di centro-destra attualmente alla guida della Regione Calabria.

Polemiche che Caputo tenta di smorzare i toni rimarcando la confessione di qualche giorno fa del Ministro Cancellieri, secondo cui il pieno rispetto di criteri oggettivi avrebbe potuto determinare la chiusura di molti altri Tribunali italiani. Principi che, in Calabria, sono valsi solo per Rossano. Con l’approvazione della proposta referendaria, dunque, si riaccenderebbe una fiammella di speranza per gli abitanti dell’intera fascia jonica cosentina che, prossimamente, potrebbero recarsi alle urne per annullare il Decreto legislativo della Severino, il quale prevede la chiusura e l’accorpamento di diversi tribunali su tutto il territorio nazionale, al fine di salvare i presidi di giustizia, a rischio chiusura, tra cui quello di Rossano.

I cittadini, intanto, chiedono, a gran voce, la revoca del Decreto per continuare a garantire sicurezza e legalità in un’area difficile dove, tuttora, si registrano dati allarmanti con il diffondersi della criminalità organizzata. Lo Stato, dunque, non può e non deve abbassare la guardia nella Sibaritide.

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