Italcementi: rapporto Nomisma, individuate proposte per riconversione a Vibo

Vibo Valentia Attualità

Consegnato al Ministero dello Sviluppo Economico, alle autorità locali, alle rappresentanze sindacali e a Confindustria Calabria lo studio di fattibilità di Nomisma volto a verificare le possibili attività produttive che potrebbero insediarsi nell’area della cementeria di Vibo Marina.

Lo studio, commissionato e sostenuto da Italcementi, si basa sui presupposti di rispetto e di valorizzazione del patrimonio manifatturiero e industriale presenti storicamente sul territorio, tenendo conto anche della formazione dei lavoratori e della possibilità di impiego in settori diversi a quello del cemento.

Nomisma individua nel rapporto sei possibili scenari di riconversione dell’impianto, ordinati in base al grado di fattibilità e agli effetti positivi ottenibili:

• produzione di combustibili solidi secondari (CSS) a valle della raccolta e del trattamento della raccolta differenziata;

• produzione di energia elettrica e di calore con biomasse;

• conversione in centrale a biomasse con calore in serre;

• la raccolta del rottame di vetro;

• raccolta e valorizzazione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAE);

• valorizzazione dei fanghi da depurazione.

Le sei soluzioni proposte hanno una vocazione manifatturiera, che richiederebbe quindi lo sviluppo di servizi logistici e di strutture adeguate, contemplando anche il rafforzamento del porto e del polo logistico a favore di una maggiore infrastrutturazione dell’area e con conseguenti benefici per tutto il territorio. Oltre a quelli elencati, Nomisma, delinea anche due ulteriori possibili progetti di riconversione dell’area: il primo di tipo turistico e dell’economia del mare, il secondo basato sullo sviluppo di attività agroalimentari.

«Italcementi ha così rispettato nei tempi previsti l’impegno preso con il territorio, contribuendo a individuare attività imprenditoriali alternative che potrebbero trovare sviluppo sul sedime industriale di Vibo: un’area già urbanizzata che l’azienda conferma di mettere a disposizione e che potrà essere destinata a nuovi progetti, con l’unico vincolo di individuare soluzioni che garantiscano la continuità occupazionale dei propri dipendenti».

Il prossimo 25 settembre le proposte saranno oggetto di una prima analisi da parte del gruppo di lavoro tecnico istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico.