Polo Oncologico, Catanzaronelcuore: non c’è una visione razionale

Catanzaro Salute

“Negli accadimenti che in ordine allo spinoso tema della Sanità si susseguono a Catanzaro e nell’intera Calabria continuiamo, nostro malgrado, a vedere il buio di una situazione sanitaria fortemente sospetta oltre che deficitaria. – Lo scrive in una nota il Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore” - Sospetta perché è inaccettabile tirare a campare, scoprendo ogni mattina che sono state cambiate le carte della sera precedente, o svegliarsi ogni giorno con l’ansia di dover scoprire che qualche struttura è stata improvvisamente scippata, qualche servizio soppresso, dirottato altrove o doppiato, come anacronisticamente è uso in Calabria in questi tempi di crisi.

Questo è il modo peggiore per affrontare la Sanità dei calabresi, ed è tuttavia il metodo prescelto da chi gestisce un Piano di Rientro Sanitario che sta costando lacrime e sangue ai calabresi.

La vicenda del Polo Oncologico – come quelle della Cardiochirurgia, dell’aggressione alla Facoltà medica della UMG, dello scellerato depotenziamento del Pugliese-Ciaccio, dei 33 milioni di euro assegnati alla sanità convenzionata reggina a fronte di soli 4 milioni assegnati alla omologa catanzarese, dei tanti conflitti di interesse e dell’affarismo sanitario in cui si trovano alcuni politicanti – è significativa del modus operandi da noi sempre condannato. Si lavora surrettiziamente per interessi privati sperando di non essere colti in fallo e, quando e se si viene sgamati, ecco che si alza il polverone con tutti gli accessori della rissa politica, fatta di bugie, insulti e accuse allo “sgamatore” che viene considerato un avversario da colpire; dopodiché – se le condizioni lo impongono – è possibile assistere al parziale dietrofront, giusto per quietare momentaneamente gli animi. È quello che sta accadendo, appunto, col Polo Oncologico catanzarese e la sua sequela: accreditamento negato, seguito da alzata di polverone, seguito da accreditamento (parzialmente) ottenuto.

Ovviamente siamo felici che anche grazie al nostro impegno si sia innescata quell’adeguata attenzione e pressione sull’opinione pubblica che la politica non poteva ignorare, cosa che ha determinato una parziale retromarcia che ha così consentito al nostro sindaco di correre a Crotone per accertarsi dell’accreditamento avvenuto, per quanto limitato a soli 35 posti. Ringraziamo perciò Sergio Abramo per la solerzia e la legittima rabbia manifestate in quest’ennesima vile fattispecie di attentato che, con lo scopo di ledere le prerogative del capoluogo di regione mediante un’aberrante conventicola di “concertazione” politica regionale, ha di fatto inferto un severo colpo al diritto alla salute dei calabresi.

È per questo che rimane intatta, da parte nostra, la preoccupazione sulla gestione della Sanità in Calabria e, nel caso specifico, sul Polo Oncologico e sulle altre questioni da noi evidenziate. Non è ancora chiaro cosa accadrà a Crotone, cioè se nei prossimi mesi vedremo nascere – e magari anche accreditato – l’ennesimo clone, questa volta in campo oncologico. D’altronde, la nostra martoriata terra porta nel suo DNA il gene alterato del “doppione” sin da quando – in quel lontano 1971 che vide la politica piegarsi alle nefandezze di una rivolta terroristica, mafiosa e massonica che non esitò a giungere allo spargimento di sangue innocente – il Consiglio Regionale calabrese fu sottratto a Catanzaro, suo naturale sede, per essere allocato in riva allo Stretto di Messina

Oggi, sulla scia di quel difetto genetico, il Governatore della Calabria & C. sono ancora intenti a doppiare la Cardiochirurgia, la facoltà di Medicina, il Polo Oncologico, e tentano di farlo subdolamente, con tutti gli strumenti ed i sotterfugi di cui sono capaci, con protocolli d’intesa, verbali, circolari e quant’altro possa essergli utile, in barba ad ogni ragionevolezza, controllo della spesa, trasparenza ed efficienza.

Ecco perché non siamo soddisfatti delle risposte che la politica regionale sta dando alla Calabria ed al suo capoluogo. Manca la chiarezza, manca un disegno razionale, manca la volontà di staccarsi dalle “clientele” sanitarie che pure qualcuno si era impegnato a sopprimere. Cambia l’attore protagonista, ma per il resto non cambia nulla: la scena continua ad essere popolata da tante comparse, che si accontentano di stare sulla ribalta solo per lodare il protagonista. Gli spettatori, intanto, pagano un biglietto sempre più salato per uno spettacolo sempre più indecente.”