Progetto Dike, la cultura d’impresa per il riscatto della Calabria

Calabria Attualità

La crisi non è passata. L’imprenditoria e il sistema delle piccole e medie imprese continuano a risentirne. Si pensi, infatti, che il complessivo peggioramento del clima economico in Europa e in Italia e, conseguentemente anche in Calabria, ha provocato un ulteriore rallentamento dell’attività produttiva. Secondo recenti dati contenuti in una ricerca della Banca d’Italia sulle imprese industriali con almeno 20 addetti, il 53 per cento delle aziende con sede in Calabria ha registrato un calo del fatturato mentre il 45 per cento di esse lo ha incrementato. Risulta, infatti, che il prodotto regionale in termini reali è cresciuto dello 0,2 per cento, meno della media nazionale. E gli ultimi segnali non sono incoraggianti. Si è registrato, negli ultimi mesi, un ulteriore rallentamento della domanda, con un calo dei prestiti forniti e una diminuzione del credito erogato dagli intermediari bancari alle aziende locali. Per non parlare della disoccupazione in crescita e delle esportazioni in forte rallentamento.

Ma per il sistema confindustriale calabrese questo quadro a tinte fosche rappresenta una sfida, che viene affrontata con impegno e con gli strumenti dell’innovazione e del rispetto della legalità. Il progetto Dike ne è la riprova e può essere considerato un’eccellenza per la Regione Calabria: dieci incontri formativi tenuti da esperti che, illustrando le loro esperienze sul campo con un taglio prettamente pratico e concreto, hanno fornito agli imprenditori e agli operatori di vari settori dell’economia calabrese gli strumenti utili per stimolare la cooperazione, valorizzare l’imprenditoria locale e sprovincializzare il più possibile la cultura d’impresa calabrese per proiettarla in un’ottica internazionale, l’unica che potrà consentire loro di sopravvivere e di restare con autorevolezza sul mercato.

Su iniziativa di Confindustria Calabria e Unioncamere Calabria, alcuni responsabili affari legali di importanti aziende pubbliche e private e avvocati di affermati studi legali di Milano sono sbarcati a Catanzaro per confrontarsi con il tessuto produttivo calabrese sulle soluzioni da dare ai problemi che attanagliano le imprese e ne impediscono il rilancio. Rispetto della legalità, internazionalizzazione dei processi e superamento dei particolarismi territoriali, aziendali e personali: questi i tre ingredienti per rendere credibili e vincenti gli sforzi degli imprenditori del luogo.

Ieri, presso la sede di Confindustria Calabria, si è svolta la cerimonia di chiusura dell’iniziativa e il plauso agli organizzatori è stato unanime.

“Il progetto Dike -ha dichiarato Anna Infantino, coordinatrice del progetto- è stato realizzato grazie alla collaborazione tra le associazioni di categoria e l’autorità di gestione del Fondo sociale europeo (FSE), in nome di una progettualità condivisa e finalizzata alla crescita della nostra Regione. Siamo dunque orgogliosi di aver dato vita a un progetto destinato a non rimanere un episodio isolato. Dike ha già lanciato un ponte tra la nostra regione e il resto dell’Italia, con un respiro internazionale destinato a produrre frutti per tutte le imprese calabresi sensibili ai temi dell’innovazione e alle categorie della legalità. E’ la conferma che quando si pensa in grande, guardando alla qualità e allo spessore delle iniziative, con un occhio fermo all’interesse generale e senza particolarismi o visioni limitate, è possibile rendere un servizio di eccellenza alla nostra comunità e fare della Calabria un fiore all’occhiello del Paese”.

A mettere in evidenza il ruolo della formazione giuridica quale motore per la crescita del sistema imprenditoriale calabrese è stato Bruno Calvetta, dell’Autorità di gestione del Fondo sociale europeo, responsabile del Por Calabria Fse 2007-2013. “Confindustria e Regione Calabria –ha chiarito Calvetta- perseguono obiettivi di high capacity building ed offrono al sistema impresa calabrese un'opportunità reale di allineamento delle competenze rispetto agli standard europei. Esprimo, dunque, la mia più viva e sincera soddisfazione rispetto alla realizzazione dell'iniziativa dell'Assessorato regionale al lavoro guidato dall'onorevole Nazzareno Salerno ed egregiamente svolta dal presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali”. Presente alla cerimonia anche Ermanno Cappa, avvocato milanese e presidente del Centro studi Ambrosoli, che ha come mission proprio la diffusione della cultura della legalità nel sistema delle imprese e nell’economia in generale. “Credo che con il progetto Dike la classe imprenditoriale della Calabria abbia lanciato un messaggio di fiducia molto chiaro –ha affermato Cappa- Se tutti rispettano le regole e si aprono al confronto con realtà innovative in una logica di mercato globale, le economie prendono ossigeno e anche per le nuove generazioni si aprono scenari nuovi ed esaltanti. Il ripiegamento su se stessi non paga e le energie migliori per una terra ricca come la Calabria possono sprigionarsi solo se si guarda all’interesse generale e se si parte dal rispetto delle regole. Il sapere giuridico può essere il vero valore aggiunto nel riscatto delle forze produttive calabresi”.

All’evento di chiusura di Dike erano presenti anche il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Paolo Abramo, il presidente di Confindustria di Catanzaro, Daniele Rossi, il presidente dei Giovani imprenditori Confindustria Calabria, Mario Romano, l’assessore al lavoro della Regione Calabria, Nazzareno Salerno.