Intimidazioni: Censore (PD), scrive al Ministro Alfano

Calabria Attualità

«La continua ed inarrestabile sequela di attentati evidenzia la gravissima situazione in cui versa la Calabria, che ancora una volta, purtroppo, si conferma la regione d’Italia in cui maggiori sono le intimidazioni ai danni di esponenti delle istituzioni e della politica».

È quanto afferma il Deputato del PD Bruno Censore, che, unitamente a Rosy Bindi, Alfredo D’Attorre, Nico Stumpo, Demetrio Battaglia, e Ferdinando Aiello (Sel), ha inteso indirizzare al Ministro degli Interni una accorata interrogazione parlamentare dopo quanto avvenuto nella notte tra martedì 28 e mercoledì 29 maggio, quando ignoti hanno incendiato un fabbricato di proprietà dei familiari dell’ex Sindaco di Isola Capo Rizzuto (Kr) Carolina Girasole, già vittima, nel corso del suo mandato di primo cittadino, una escalation di pesanti intimidazioni.

«Occorre una risposta ferma e decisa dinanzi i dati contenuti nel rapporto annuale di Legautonomie Calabria - prosegue Censore - secondo i quali sono 106 gli amministratori calabresi che hanno subito almeno un'intimidazione nel corso del 2012, un dato drammatico che riguarda tutte le province della regione, considerato che la ripartizione ha un segno più marcato in quella di Reggio Calabria (31 episodi), ma si conferma anche a Cosenza (28), Catanzaro (18), Vibo Valentia (17) e Crotone (12). A queste latitudini – osserva ancora il Deputato del PD - sta diventando sempre più complicato occuparsi della cosa pubblica.

Per questa e altre ragioni – conclude Bruno Censore – bisogna potenziare le attività e i servizi per la sicurezza e il controllo del territorio e, nel caso specifico, occorre adottare iniziative al fine di favorire la tutela dell’ex Sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole perché, davanti a quello che sta succedendo in Calabria, è quanto mai opportuno e necessario sostenere amministratori ed ex amministratori locali calabresi che, per il semplice motivo di aver deciso di mettersi a disposizione delle rispettive comunità, rischiano di diventare facile bersaglio di una criminalità organizzata sempre più becera ed arrogante».