Casa: Cgil chiede risposte chiare e coerenti da parte della Regione

Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa delle sigle sindacali regionali Cgil, Fillea e Sunia della Calabria sulle le politiche abitative adottate dalla Regione:

“Gli interventi previsti per la Calabria sulla Casa ed annunciati dall’Assessore Pino Gentile rendono necessaria una revisione delle linee e degli indirizzi che finora hanno contraddistinto le politiche abitative adottate dalla Regione, completamente sbilanciate sull’aiuto all’acquisto e meno sull’offerta locativa a canoni accessibili. Continuare su questa strada significa non considerare quello che sta avvenendo nel nostro Paese ed in Calabria dove decine di migliaia di famiglie, fagocitate dalla crisi, non riescono più a pagare i mutui sulla casa essendo invece maggiormente impellente offrire abitazioni in locazione a canone sociale, impegnando la maggior parte delle risorse disponibili in questa direzione e non al contrario.

In Calabria il 22% di famiglie vive in affitto e di queste l’83% ha redditi al di sotto dei 14 mila euro l’anno. A questi si aggiungono tutti coloro, in particolare giovani, che cercano una abitazione per costruirsi un futuro ma non riescono a trovarla per gli affitti insostenibili di un mercato senza regole. Diversamente abili, single, giovani coppie, famiglie monoreddito o in grave crisi economica, anziani soli ed in coppia, donne in stato di disagio o migranti che troppo spesso sono oggetto di veri e propri ricatti sul fronte economico e dei diritti, rappresentano la nuova ed articolata composizione della famiglia che pone nuove domande abitative alle quali bisogna dare risposte.

A nostro avviso in Calabria, per capovolgere e ripensare una nuova politica dell’abitare occorre, in virtù delle risorse disponibili dichiarate dalla Regione ed attraverso i fondi ex gescal non utilizzati che questi siano impegnati, prioritariamente, per:

a) Rilanciare l’edilizia sociale riqualificando, ristrutturando e riutilizzando il patrimonio pubblico esistente, centri storici compresi, senza occupare nuovo suolo;

b) La riutilizzazione a fini abitativi di aree dismesse o degradate;

c) Un piano straordinario di manutenzione e riqualificazione degli oltre 38.900 alloggi di ERP (edilizia residenziale pubblica) in stato di conclamata vetustà.

È su questi punti, così come abbiamo fatto recentemente nell’ultimo confronto pubblico tenuto con l’Assessore Regionale ai lavori pubblici, che confermiamo la richiesta di risposte chiare e coerenti da parte della Regione che al momento risulta procedere in direzione opposta”.