Un arresto per tentata estorsione con metodo mafioso

Cosenza Cronaca

Alle 5 di ieri, a San Benedetto Ullano (Cs), i militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Rende hanno arrestato Simone Ferrise, nato Cosenza 25 anni, residente San Benedetto Ullano, censurato, in esecuzione del provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro dell’8 marzo scorso, a firma di Vincenzo Luberto, sostituto procuratore, Giuseppe Borrelli, procuratore aggiunto, e Antonio Vincenzo Lombardo, procuratore della repubblica.

Ferrise è ritenuto colpevole di tentata estorsione con metodo mafioso di 6.000 euro, tra febbraio e marzo a San Benedetto Ullano, ai danni della ditta “Amata costruzioni s.r.l.”, con sede Sant’Agata di Militello (Me), in relazione ad un appalto di 1.400.000 euro del comune di San Benedetto Ullano per la sistemazione di acque reflue. L’appalto era stato aggiudicato alla ditta Amata costruzioni, costituitasi in Ati con la ditta Malfitana s.r.l.. L’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Cosenza a disposizione dell’a.g.. L’indagine è partita dalla denuncia da parte dell’amministratore unico della ditta che si è rivolto ai carabinieri della compagnia di rende. Simone aveva effettuato una prima richiesta estorsiva ad un geometra dipendente della ditta e successivamente allo stesso amministratore unico. La richiesta di 6.000 euro era effettuata con metodo mafioso, in quanto l’autore si dichiarava referente di zona della ‘ndrangheta cosentina, prospettava una diffusa pressione estorsiva ai danni di imprenditori della provincia di Cosenza, quale contributo per i detenuti e per ottenere sicurezza presso i cantieri per evitare danneggiamenti, e indicava che l’amministratore avvrebbe dovuto pagare in più tranches a malavitosi siciliani la somma richiesta.

Dalle immediate indagini, dirette dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, emergevano riscontri alle dichiarazioni del denunciante e l’autore veniva identificato in Ferrise, con la conseguente emissione del provvedimento di fermo per interrompere l’azione delittuosa ed impedire l’eventuale fuga di Ferrise. L’episodio conferma che quando le vittime si rivolgono tempestivamente alle forze dell’ordine ed all’autorità giudiziaria le estorsioni possono essere tempestivamente contrastate ed interrotte con l’arresto degli autori.