La Cgil Pollino interviene sulla crisi della città di Corigliano

Cosenza Attualità
Angelo Sposato

"La Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, ammessa e riconosciuta tra le parti civili nel processo “Santa Tecla” è fortemente preoccupata per lo stato emergenziale che vive la Città di Corigliano Calabro a quasi due anni dal Commissariamento per lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’ex giunta di centrodestra, che sono state richieste al Capo dello Stato dal Governo Berlusconi. E’ bene ricordare a noi stessi che il decreto di scioglimento è un provvedimento politico amministrativo estremo e che la Città è commissariata per precise irresponsabilità". E' quanto scrive in una crisi il segretario generale Angelo Sposato.

"Tutta la Città e il territorio - continua Sposato - non dimentica le ridondanti giornate elettorali nella Città e i comizi di apertura e chiusura del Presidente Scopelliti e della vivacità dell’On.le Dima nella campagna elettorale per annunciare al mondo intero la nascita di una nuova Calabria. Così come è bene ricordare, che vi era un’altra parte della Città, tra cui la CGIL che improntava il suo impegno nella difesa estrema della legalità e della trasparenza. Questo impegno, abbiamo inteso mantenerlo con la costituzione di parte civile nel processo che si è svolto presso il Tribunale di Rossano e che ha visto per la prima volta nella storia del nostro paese, un Sindacato, la CGIL che difende le universalità dei diritti dei lavoratori, essere riconosciuta come parte civile e parte lesa. Per queste ragioni crediamo che occorra mantenere alta la tensione sui temi della legalità.

Lo stato in cui versa la Città di Corigliano Calabro, la seconda città non capoluogo della Provincia di Cosenza con oltre 40.000 abitanti, a distanza di oltre due anni dal commissariamento è sotto gli occhi di tutti. Degrado urbano, emergenza rifiuti che oramai sta portando all’emergenza sanitaria” , viabilità ed infrastrutture pericolose per l’incolumità fisica dei cittadini, le difficoltà a difendere e relazionarsi con l’Asp a mantenimento e in difesa dei presidi della salute completamente falcidiati dal Commissario regionale alla sanità Scopelliti, una totale assenza di dialogo con il resto del territorio a partire dall’area urbana, l’assoluta incapacità con cui la commissione prefettizia ha deciso di andare avanti, pur sollecitata, senza aprire un minimo di dialogo con le forze sane che pur esistono nella Città, la vicenda dei tributi e dell’evasione, la mancata verità sui conti pubblici, il caso Soget e le continue vessazioni ai cittadini, ed altre emergenze ancora, sono tutte questioni indefinite che ad oggi non riescono ad avere soluzioni alcune e che spingono i cittadini ad una endemica rassegnazione . In poche parole la Città, pur liberata e amministrata da una Commissione di Governo, a cui va la nostra solidarietà per l’impegno profuso per il compito arduo e gravoso, oggi si sente sola ed abbandonata al proprio destino. Avevamo chiesto a suo tempo , come CGIL e parte civile agli organi di governo di attenzionare particolarmente la vicenda di Corigliano Calabro anche attraverso la possibilità di istituire delle consulte cittadine, aperte, quale strumento democratico e partecipativo che periodicamente si sarebbero dovute convocare sui temi importanti dentro l’aula consiliare, sulle linee di bilancio, sulla legalità e i temi del lavoro e dello sviluppo, capaci di dare un orientamento di prospettiva alla Città . Il Prefetto di Cosenza, a cui va il nostro ringraziamento per la grande sensibilità mostrata, recependo tale necessità, si è adoperato per trasferire il tutto alla gestione commissariale che aveva anche annunciato tale determinazione a mezzo stampa, ma è rimasto solo l’annuncio e non si è capito ancora il perché. E’ stata una occasione perduta. Per tale ragione, riteniamo che occorre quanto prima che la commissione prefettizia convochi un confronto pubblico per informare della intera gestione Commissariale e della reale situazioni in cui versa la Città di Corigliano Calabro a partire dai conti pubblici e dal reale ed incombente pericolo del dissesto economico finanziario.

Il pericolo che penetra maggiormente nell’opinione diffusa, è l’dea comune che il sistema di illegalità nella gestione della cosa pubblica rimane e che non sia stato completamente estirpato. Il rischio che si avverte è che allo scadere della gestione commissariale ci può essere un ritorno camaleontico, con forme nuove e sotto spoglie diverse di un ricostituendo partito del cemento (di imprenditori, colletti bianchi e di quelle figure politiche trasversali che hanno condizionato il governo democratico della città e che già avevano condizionato il mercato dell’economia e del lavoro) che hanno determinato con il loro agire e per come scritto negli atti del processo Santa Tecla e che abbiamo richiamato nella nostra costituzione di parte civile, lo scioglimento per infiltrazioni mafiose della Città, un’onta indelebile che pesa come un macigno sulle spalle dei cittadini coriglianesi per colpa di una sciagurata compagine amministrativa che oggi non può avere alcun titolo per chiedere nuovamente la fiducia dei Cittadini, che ne hanno piena consapevolezza.

A Corigliano, così come nel Paese, serve una nuova stagione, che liberi la Città, da una crisi valoriale, determinato forse anche da un senso di colpa per aver a suo tempo consegnato in mani sbagliate le chiavi ed i destini del proprio futuro così come è avvenuto a livello nazionale nel ventennio perduto berlusconiano che ha prodotto nani e ballerine.

Una nuova stagione, una nuova primavera molto probabilmente la si potrà ricostruire se la politica, quella al servizio del bene comune, a livello locale e nazionale,gradualmente riuscirà a riscoprire il valore del confronto diretto con la gente, con il suo popolo che ancora non lo ha dimenticato, entrando casa per casa e capire il disagio e la sofferenza delle famiglie nel momento peggiore della crisi che vive il Paese e la Città, e riscoprire il valore della coesione territoriale nelle diverse aree del territorio e non solo in quelle urbane.

La Città di Corigliano Calabro ha urgente bisogno di ripartire dai temi della legalità, del lavoro e dello sviluppo, ma farebbe un’enorme errore se pensasse di derubricare e cancellare i fatti, le inchieste e gli effetti sociali ed economici delle operazioni “Santa Tecla” e “Senza terra”. Il centrosinistra ha l’obbligo di non permettere che ciò accada, per questo ha il dovere di offrire alla Città un’alternativa di Governo credibile ed affidabile. Compito non semplice, ma che deve essere perseguito con un grande processo di responsabilità ed unitarietà dei gruppi dirigenti che per tempo dovranno comprendere se la Città, così pervasa dalle infiltrazioni illecite che ancora esistono, si sente pronta a garantire in autotutela l’impermeabilità nelle scelte che si andranno a determinare con strumenti che, calati nella situazione di un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose, di fatto possono riproporre quello che già è successo nella scorsa tornata elettorale. Per queste ragioni il centrosinistra non può permettersi di dividersi. Per queste ragioni occorre un gesto di grande responsabilità ed umiltà da parte di tutti, nell’interesse del bene comune.

Auspichiamo che nei prossimi giorni, a partire dalle elezioni politiche di domenica e lunedì 24 e 25 febbraio, si promuova il massimo sforzo di unitarietà per sconfiggere le politiche che negli anni hanno deturpato moralmente ed economicamente il Paese e la nostra Città, ed invitare i cittadini ad utilizzare l’unico strumento democratico che è il voto libero e non quello condizionato nelle ultime ore da lettere recapitate nelle case di tutti noi, in forma truffaldina e che promuovono il voto di scambio.

A questo proposito invitiamo tutti i cittadini a non precipitarsi presso le sedi del partito proponente o presso le segreterie politiche di altri partiti perché si tratta di un vero e proprio inganno elettorale. Le nostre sedi sono aperte e disponibili ad ogni chiarimento in riguardo.

La Cgil nei prossimi giorni, chiederà al Prefetto di Cosenza di intervenire presso la Commissione di Corigliano per aprire un confronto pubblico nella Città sui temi emergenziali sopra esposti e per chiedere di istituire le Consulte Cittadine.

La Cgil Comprensoriale, ritiene doveroso dare un contributo alla Città difendendo la propria autonomia dai partiti, salvaguardando le proprie regole e le prerogative di Sindacato di programma, per l’affermarsi della universalità dei diritti, ed auspica che i militanti, i dirigenti e gli iscritti tutti, agiscano con responsabilità ed equilibrio, attenendosi alle norme statutarie e senza tentativi di coinvolgere, così come già avvenuto impropriamente e con i diversi mezzi di comunicazione, l’organizzazione e i suoi dirigenti nella competizione elettorale. La Cgil non è coinvolta o interessata direttamente a sostenere candidature alle primarie. I dirigenti o gli iscritti che decidessero di farlo in forma diretta e in assoluta autonomia, si assumerebbero la piena responsabilità individuale di fronte alle regole statutarie dell’organizzazione che verranno applicate per tutti contestualmente ed in forma oggettiva ed ineccepibile.