Frode all’Ue per 10 milioni di euro, 5 denunce nel cosentino

Cosenza Cronaca

La Guardia di Finanza ha scoperto una frode, per circa 10 milioni di euro, perpetrata da un'azienda di Mongrassano (CS). L'operazione, denominata "Alghe silane", ha portato alla denuncia di cinque persone e al sequestro di un grosso opificio industriale. La frode alla comunità europea sarebbe stata perpetrata attraverso la falsa coltivazione di alghe di origine marina, da nutrire con derivati di scarto provenienti da industrie casearie silane. Ma i finanzieri avrebbero scoperto che la fase di studio non sarebbe mai stata effettuata e che lo stabilimento sarebbe stato realizzato solo in parte, nonostante le spese dichiarate attraverso false fatturazioni. (AGI)

In particolare, i militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catanzaro, all’esito di un’importante operazione di servizio a contrasto delle frodi perpetrate in danno dell’unione europea e del bilancio nazionale, hanno eseguito, nel corso della mattinata odierna, un decreto di sequestro preventivo di svariati beni immobili (appartamenti e terreni), un opificio industriale, denaro depositato presso istituti di credito, quote societarie e autoveicoli per un valore complessivo di oltre 5.000.000 di euro.

Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal g.i.p. del tribunale di Cosenza, su richiesta della procura della Repubblica bruzia che ha diretto le complesse indagini, nei confronti di due persone fisiche resesi responsabili dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico e falso materiale, nonché della societa’ beneficiaria delle agevolazioni, segnalata, quale persona giuridica, per gli illeciti di cui al d.lgs. 231/2001.

Il sequestro scaturisce da una complessa attività d’indagine, che si è conclusa con la scoperta e la denuncia dell’ insidiosa frode ai danni dell’unione europea e dello stato, perpetrata, in concorso con altri, dagli amministratori della società “Mediterranea ricerca & sviluppo s.r.l.” con sede in mongrassano (cs), risultata beneficiaria di un contributo pubblico complessivamente pari ad euro 10.328.509,34 (di cui circa 5 milioni gia’ erogati) finalizzato alla realizzazione di un complesso “programma di sviluppo precompetitivo” e del conseguente “programma di industrializzazione”, relativi allo studio, sperimentazione, sviluppo, ed infine produzione, di integratori energetici ed ingredienti alimentari destinati anche al consumo umano.

I predetti alimenti, secondo quanto previsto dalla società, si sarebbero dovuti ottenere attraverso un procedimento industriale particolarmente complesso, essenzialmente basato sulla proliferazione di alghe, nutrite mediante l’utilizzo degli scarti di lavorazione dell’industria lattiero-casearia silana.

I militari, in seguito all’esecuzione di una serie di perquisizioni presso la sede dell’impresa, all’attento studio della numerosa documentazione acquisita, nonche’ in seguito all’analisi delle risultanze dei “controlli incrociati” effettuati e delle dichiarazioni rese dalle persone escusse in atti, hanno portato alla luce lo strutturato disegno truffaldino, finalizzato, in ultima analisi, a lucrare sul finanziamento pubblico.

In particolare, a destare i sospetti iniziali è stata la documentazione fatta pervenire dall’impresa alla banca concessionaria, in cui sono stati rinvenuti diversi atti rivelatisi materialmente o ideologicamente falsi, con specifico riguardo, soprattutto, all’effettivo sostenimento di notevoli oneri di spesa (rivelatisi, all’esito delle indagini, in tutto o in parte inesistenti), inerenti il “programma di sviluppo precompetitivo”, teso, in estrema sintesi, a studiare le modalita’ tecnico\scientifiche di realizzazione del progetto finanziato.

In dettaglio, fra l’altro, con riferimento proprio al menzionato “programma di sviluppo precompetitivo”, è stato constatato che, contrariamente a quanto documentato dalla società inquisita, svariati collaboratori della “mediterranea ricerca & sviluppo s.r.l.” (cartolarmente del tutto coinvolti nel programma scientifico oggetto di finanziamento pubblico), non avevano affatto partecipato all’attivita’ di ricerca, ovvero avevano svolto mansioni totalmente diverse o, in taluni casi, vi avevano preso parte in modo assolutamente marginale, percependo compensi di gran lunga inferiori a quelli artatamente contabilizzati ai fini della percezione del contributo pubblico.

Con riguardo al “programma di industrializzazione”, finalizzato a realizzare la produzione di quanto previsto, è stato accertato che la società in questione non ha mai effettivamente prodotto i “derivati algali” oggetto del finanziamento pubblico, dei quali, peraltro, in sede di perquisizione non è stata rinvenuta alcuna traccia adeguata. I macchinari e le attrezzature di laboratorio - tutti acquistati con gli ingenti fondi pubblici percepiti - sono risultati inattivi e in molti casi privi di qualsiasi residuo di utilizzo, alcuni ancora imballati o scollegati dalla rete elettrica e idrica.

All’atto dell’accesso dei finanzieri, l’intero opificio industriale - che documentalmente sarebbe stato la sede di intensi e complessi studi scientifici, nonchè di innovativi e tecnologicamente avanzati processi produttivi – e’ stato trovato parzialmente incompleto e in condizioni di evidente abbandono.

Da ultimo, si evidenzia che la tempestivita’ dell’intervento investigativo e repressivo ha consentito non solo di cautelare adeguatamente - col citato sequestro - il recupero dei 5 milioni di contributo pubblico gia’ erogato (su circa 10 milioni concessi), ma, soprattutto, di scongiurare l’imminente erogazione del “saldo” delle provvidenze pubbliche concesse, ammontanti ad altri 5 milioni di euro. L’erogazione di tale “saldo” sara’, infatti, prontamente bloccata alla “fonte”, presso il ministero dello sviluppo economico, impedendo, in tal modo, la liquidazione indebita di aggiuntive risorse finanziarie comunitarie e nazionali.

Successivamente, saranno opportunamente comunicati, alla competente procura regionale della corte dei conti della calabria, i profili di “danno erariale” emersi in relazione ai fatti sopra descritti.