‘Ndrangheta: operazione “Show down”, chieste 15 condanne

Catanzaro Cronaca

Si è conclusa con la richiesta di quindici condanne - a pene comprese fra 14 anni di reclusione e 3 anni - la requisitoria del pubblico ministero antimafia nell'ambito dei giudizi abbreviati chiesti da altrettanti imputati dell'operazione "Show down", condotta dai carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro presunti appartenenti alla cosca Sia-Procopio-Tripodi attiva nell'area ionica del Soveratese. Il pm ha chiesto al giudice distrettuale dell'udienza preliminare, Assunta Maiore, una condanna a 10 anni di reclusione per Vincenzo Alcaro, 47 anni, nato a Soverato, il brigadiere dei carabinieri in servizio al reparto operativo del Comando provinciale di Catanzaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa perché, secondo le ipotesi degli inquirenti, avrebbe fornito ai componenti dell'associazione mafiosa informazioni sulle operazioni di servizio che venivano svolte dai suoi colleghi nei confronti della stessa cosca Sia-Procopio-Tripodi.

4 anni e 18.000 euro di multa per Daniela Iozzo; 3 ani e 8 mesi per Bruno Procopio; 6 anni per P.A., detto "Mister"; 12 anni per Vincenzo Bertucci; 12 anni e 24.000 euro per Patrick Vitale; 4 anni e 1.000 euro per Fancesco Vitale; 3 anni per Vincenzo Mirarchi; 3 anni per Giuseppina Mirarchi; 14 anni per Panni'a Salvatore; 3 anni e 14.000 euro per Pietro Danieli; 10 anni per Angelo Procopio; 10 anni per Giuseppe Santo Procopio; 8 anni e 24.000 euro per Vincenzo Ranieri; 3 anni e 14.000 euro per Todaro Vincenzo. Gli abbreviati proseguiranno l'11 marzo con le arringhe difensive. Per altri otto imputati di "Show down" è in corso il giudizio immediato, che riprenderà il 25 febbraio - ma due di loro, Maurizio Tripodi e Michele Lentini, saranno processati dalla Corte d'assise per le specifiche accuse dell'omicidio e occultamento di cadavere di Giuseppe Todaro -. Si tratta, oltre a Lentini e Tripodi, di Fiorito Procopio, Alberto Sia, Antonio Gulla', Simone Borello, Pietro Cristofaro, Emanuele Procopio Altre 28 persone, poi, sono state rinviate a giudizio e il processo dibattimentale a loro carico inizierà il 13 marzo.

Si tratta di Giuseppe Agresta, Francesco Chiodo, Sandrina Froiio, Pasqualino Greco, Luca Iiritano, Michele Lentini (anche all'immediato), Vincenzo Liotta, Saverio Mirarchi, Salvo Gregorio Mirarchi, Giovanni Nativo, Giuseppe Pileci, Cristian Giuseppe Pirelli, Emanuel Procopio, Fiorito Procopio (anche all'immediato), Francesco Procopio, Laura Procopio, Massimo Procopio, Giandomenico Ratta', Davide Sestito, Alberto Sia (anche all'immediato), Mario Franco Sica, Teodoro Sinopoli, Emanuela Spadea, Lucia Tassone, Maurizio Tripodi (anche all'immediato), Luigina Tripodi, Vito Tripodi, Andrea Vono. Infine, lo scorso 18 gennaio tre imputati hanno patteggiato la pena, e cioè Vittorio Sia, un anno di reclusione e 5.000 euro di multa; Antonio Conca, 10 mesi e 3.000 euro, e Francesco Paparo, 9 mesi e 3.000 euro.

Le indagini di "Show down" hanno avuto inizio dalla scomparsa di Giuseppe Todaro per un caso di "Lupara bianca", avvenuta il 22 dicembre 2009. Il blitz fu portato a termine in due diverse tranche, una scattata all'alba del 15 dicembre 2011, per l'esecuzione di un provvedimento di fermo a carico di diciotto persone, e una che risale al 10 maggio scorso, per la notifica di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di dodici persone e di obbligo di firma per altre tre. Le accuse complessivamente contestate, a vario titolo, vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso, al sequestro di persona, estorsione, rapina, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio e occultamento di cadavere. L'inchiesta condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, a cui ha collaborato anche il Ros, ha ricostruito i contrasti interni sorti tra gli schieramenti una volta uniti dei Sia e dei Todaro, sostenuti rispettivamente dalla cosche Vallelunga e Novella da un lato e Gallace dall'altro. Una frattura che ha portato a una vera e propria guerra di mafia con decine di omicidi commessi tra il 2009 e il 2011. (AGI)

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