Presepi viventi a Melicuccà e Monsoreto: bambini protagonisti

Vibo Valentia Attualità

Il successo realizzato con la rappresentazione dei “Presepi viventi” a Melicuccà e Monsoreto, frazioni di Dinami, ha superato ogni più rosea aspettativa e la richiesta di una replica non è stata possibile soltanto per non superabili motivi organizzativi.

Don Giuseppe Pititto, il giovanissimo neo parroco delle chiese di Santa Marina e Santa Maria delle Grazie, rispettivamente, di Melicuccà e Monsoreto, ha coordinato l’evento assicurandogli la più perfetta riuscita. La notevole e spontanea partecipazione di bambini, giovani ed adulti ha segnato il più pieno coinvolgimento delle due comunità che hanno ricorso a tutte le loro esperienze per rendere suggestiva e di forte spirito natalizio l’iniziativa che ha finito col suscitare l’entusiasmo dei numerosissimi visitatori intervenuti nelle due serate.

Sono stati soprattutto i bambini i veri e propri mattatori della rappresentazione. I “Presepi viventi” di Melicuccà e Monsoreto, opera di gruppi di volontari di entrambe le parrocchie, hanno trovato nella collaborazione dell’amministrazione comunale il più valido supporto. “Le comunità di Melicuccà e Monsoreto – ha detto, tra l’altro, il sindaco Francesco Cavallaro – hanno confermato, laddove ve ne fosse stato bisogno, quanto sia forte l’attaccamento ai valori della fede e la ricorrenza è servita anche a testimoniare il grande spirito di solidarietà che arricchisce la vita di una popolazione che guarda al futuro nella convinzione che lo stare insieme aiuta sempre di più ad affrontare le insidie di tutti i giorni, tentando di superarle con la piena condivisione di ognuno.

Un particolare ringraziamento – aggiunge il sindaco - sento di esprimerlo nei confronti del parroco don Giuseppe Pititto che ha dato l’anima pur di vedere realizzato un progetto di forte respiro popolare e che ha avviato la sua missione pastorale con straordinario impegno e capacità. Ma è anche giusto rivolgere il più giusto grazie alla gente protagonista e non dell’evento che ha propiziato il clima di una grande e sentita spiritualità ”.

Si è trattato di un tuffo nel passato alla scoperta delle arti e delle tradizioni dell’antica civiltà contadina, che ha attratto la curiosità e l’attenzione dei tantissimi bambini che nel ritrovarsi di fronte al fabbro che batte il martello sull’incudine, alle donne che impastano il pane, al pastore che prepara le ricotte ed il formaggio, alle giovanili filatrici che cardano la lana e a tutti gli altri personaggi in azione, si sono lasciati andare a commenti di stupore e meraviglia.

Un evento capace di regalare grandi emozioni. Uno spettacolo che non solo non ha tradito le attese della vigilia ma anche offerto diverse novità a cominciare dalla possibilità, per i visitatori tutti, di degustare piatti tipici locali o altri secondo ricette bibliche risalenti ad oltre 2000 anni fa. Zeppole, cururicchi, ‘zziringuli e nacatoli l’hanno fatta da padrona. “Il Signore viene a ridonare speranza ai nostri cuori – ha affermato il parroco don Giuseppe Pititto – per dirci che c’è un amore più grande delle nostre cadute umane , un amore che redime e che perdona, cioè l’amore di Dio per ogni uomo”.