‘Ndrangheta: processo “Medusa”, chieste 36 condanne

Catanzaro Cronaca

Trentasei richieste di condanna a pene comprese fra 15 e 3 anni di reclusione sono state avanzate oggi dal pubblico ministero nell'ambito degli altrettanti giudizi abbreviati a carico delle persone coinvolte nell'inchiesta denominata "Medusa", diretta contro la cosca Giampà di Lamezia Terme. - LO scrive l'Agi - Una trentasettesima persona, Filadelfio Fedele, per la quale il giudice dell'udienza preliminare distrettuale ha respinto la richiesta di rito abbreviato condizionato, è stata rinviata a giudizio davanti al tribunale collegiale di Lamezia Terme.

Il pm, in particolare, ha chiesto al giudice, Giovanna Mastroianni, di condannare: Francesco Giampà, del '48, a 12 anni di reclusione; Pasquale Giampà, del '64, a 12 anni; Giuseppe Giampà, dell'80, a 6 anni; Vincenzo Giampà, del '70, a 10 anni e 2.000 euro di multa; Domenico Giampà, del'81, a 10 anni e 2.000 euro; Aldo Notarianni, del '65, a 15 anni; Aurelio Notarianni, del '63, a 12 anni e 2.000 euro; Maurizio Molinaro, dell'83, a 8 anni; Domenico Silipo, dell'82, a 8 anni; Giuseppe Cappello, dell'84, a 8 anni; Antonio Voci, del '66, a 8 anni; Catroppa Giuseppe, dell'84, a 10 anni e 2.000 euro; Vincenzo Bonaddio, del '59, a 15 anni; Vincenzo Arcieri, del '60, a 10 anni; Vincenzo Giampà, del '68, a 12 anni e 2.000 euro; Giuseppina Giampà, del '71, a 4 anni; Vanessa Giampà, dell'89, a 4 anni; Rosa Giampà, del '74, a 6 anni e 2.000 euro; Pasqualina Bonaddio, a 6 anni e 2.000 euro; Alessandro Torcasio, dell'83, a 8 anni; Pasquale Catroppa, dell'86, a 10 anni e 2.000 euro; Antonio Notarianni, del '58, a 8 anni; Giovanni Notarianni, del '71, a 10 anni e 2.000 euro; Rosario Notarianni, del '56, a 8 anni; Luigi Notarianni, del '74, a 10 anni e 2.000 euro; Luigi Notarianni, del '92, a 6 anni e 2.000 euro; Saverio Giampà, dell'87, a 6 anni e 8 mesi; Davide Giampà, dell'89, a 6 anni e 8 mesi; Claudio Paola, dell'86, a 8 anni; Umberto Egidio Muraca, dell'80, a 4 anni e 2.000 euro; Nino Cerra, del '91, a 6 anni; Angelo Francesco Paradiso, dell'86, a 3 anni e 1.200 euro; Roberto Gigari, del '65, a 8 anni; Francesca Teresa Meliadò, dell'86, a 3 anni e 6 mesi; Domenico Silipo, del '77, a 2 anni 4 mesi e 1.000 euro; Luca Piraina, dell'89, a 6 anni e 1.400 euro.

Infine il giudice ha rinviato per le arringhe dei difensori alle udienze dell'11 gennaio, 8 e 22 febbraio, e 1 marzo. In giudizio sono costituiti parte civile il Comune di Lamezia Terme, la Federazione nazionale delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane, l'Ala onlus (Associazione Antiracket di Lamezia) e cinque imprenditori. L'operazione "Medusa" è scattata nel giugno scorso per l'esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere per 33 persone ed ai domiciliari per altre 3. Nell'inchiesta sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, danneggiamento, armi e favoreggiamento.

In arresto finì anche un carabiniere, Roberto Gidari, in servizio a Lamezia Terme, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché, secondo l'accusa, avrebbe svelato agli affiliati della cosca Giampà, al cui vertice gli inquirenti mettono Francesco Giampà, detto il "professore" - attualmente detenuto -, nonché una vera e propria "cupola" composta da cinque persone, notizie sulle indagini condotte dai suoi colleghi.