Edificio occupato a Catanzaro, assolti 11 esponenti movimento

Catanzaro Cronaca

Si è concluso con l'assoluzione per tutti il processo a carico di undici esponenti catanzaresi del movimento politico "Alternativa Popolare" che avevano occupato un edificio ubicato in via Bambinello Gesù, nel quartiere Pontepiccolo, da loro considerato abbandonato. Si tratta di Vincenzo Marino, Raffaele Arabia, Stefano Mellea, Davide Squillace, Marzia Ruggiero, Antonio Alfieri, Danilo Romeo, Matteo Calabrese, Matteo Mangone, Guido Russo, Giusreppe Capicotto, tutti imputati per invasione arbitraria di edificio - per l'occupazione iniziata il 29 agosto 2012 ed andata avanti fino all'11 settembre 2010 -, per la quale il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 200 euro di multa a testa.

Il tribunale, però, scagionando tutti "perché il fatto non costituisce reato", ha piuttosto condiviso le tesi dei difensori degli imputati (gli avvocati Alessio Spadafora, Eugenio Perrone, Domenico Pietragalla, Michele De Cillis), i quali hanno sempre sostenuto di aver voluto solo fare un gesto dimostrativo per protestare contro l'abbandono dello stabile. Uno stabile - scrive l'Agi - finito alla ribalta delle cronache catanzaresi a settembre 2010, quando le forze di polizia intervenirono per dare esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo con conseguente sgombero dell'edificio oggetto del procedimento penale. Poliziotti e carabinieri giunsero sul posto tagliando le catene con cui era stato bloccato l'accesso all'immobile e senza incontrare alcun genere di ostacolo da parte di coloro i quali avevano proceduto all'occupazione.

Il provvedimento di sequestro preventivo era stato emesso dal giudice per le indagini preliminari Assunta Maiore, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Alessia Miele, la quale coordinò le indagini della Digos di Catanzaro, partite a seguito dell'iniziativa di "Alternativa popolare" di "prendere possesso" della costruzione, che portarono all'iscrizione nel registro delle notizie di reato degli undici esponenti del movimento per "invasione di edifici". Un'iniziativa che risaliva all'agosto precedente, quando con un apposito comunicato fu reso noto che il movimento politico aveva deciso "dopo un'attenta riflessione durata quasi due anni, di creare attraverso l'occupazione di uno stabile abbandonato, uno spazio sociale e ricreativo per la nostra città. Si è pensato all'occupazione di un immobile - era spiegato nella nota -, perché riteniamo che la nostra città è stracolma di edifici abbandonati e in stato di degrado che invece di essere rivalutati e ripresi vengono lasciati "morire" senza che le nostre istituzioni creino qualcosa di concreto per i giovani del capoluogo.

Base Mishima - questo il nome che era stato scelto per il centro sociale - nasce con l'intento di creare un laboratorio di idee, confronto politico e attività sociali-ricreative". L'edificio al centro della vicenda tempo prima era stato destinato dall'Amministrazione provinciale di Catanzaro ad ospitare provvisoriamente gli studenti dell'Istituto tecnico industriale per il periodo necessario a portare a termine i lavori di rifacimento della sede della scuola, che si trova a piazza Matteotti. La Provincia, tuttavia, non è proprietaria dell'immobile, ma lo aveva solamente preso temporaneamente in affitto dalla Fondazione onlus Casa del Bambinello Gesù.