‘Ndrangheta: processo "Puma”, assolti in appello i 9 imputati

Calabria Cronaca

Sono stati completamente scagionati dalla Corte d'appello di Catanzaro i nove imputati coinvolti nel processo "Puma", l'inchiesta antimafia in cui sono state ipotizzate colleganze e scambi di voti con favori fra presunti esponenti della 'ndrangheta crotonese, politici, uomini delle istituzioni e imprenditori, per i quali si è tenuto un nuovo giudizio di secondo grado dopo che la Corte di cassazione aveva annullato con rinvio una prima pronuncia. Pronunciato il "non doversi procedere per intervenuta prescrizione" dei reati ancora contestati a Raffaele Vrenna, ex presidente di Confindustria Crotone e attuale numero uno dell'Fc Crotone, Dionisio Gallo, già consigliere regionale dell'Udc, ex assessore alla Forestazione della Regione Calabria nonché ex vice presidente della commissione regionale antimafia, Giuseppe Clarà, Luigi Cotrone, Rosario Scandale, Salvatore Tassone. Assolti "perché il fatto non sussiste" Giuseppe Puccio, assessore allo Sport e spettacolo della Provincia di Crotone e Luigi Foglia, ed assolta, infine, Silvana Alessio (nel collegio difensivo Francesco Gambardella, Franco Coppi, Sergio Rotundo, Enzo Vrenna, Giovanni Allevato, Aldo Trunce', Mario Saporito e Nicola Cantafora).

La sentenza di primo grado fu emessa al termine dei giudizi abbreviati dal giudice dell'udienza preliminare distrettuale di Catanzaro che l'8 giugno 2008 condannò Vrenna a 4 anni di reclusione, anche per le contestazioni legate alla "mafiosità" e per la corruzione elettorale; Gallo a 4 anni, ma cadde per lui l'aggravante della "mafiosità; Puccio a 3 anni; Foglia a 2 anni; Tassone ad 8 mesi; Clarà a 1 anno e 8 mesi; Cotrone a 1 anno e 8 mesi; Scandale a 1 anno e 4 mesi; Alessio a 1 anno e 4 mesi. Poi, il 28 settembre 2009, la Corte d'appello di Catanzaro pronunciò l'assoluzione degli imputati in questione rispetto ad alcune delle accuse contestate, ridimensionando così le pene inflitte: 1 anno e 8 mesi per Vrenna, per cui cadde il concorso esterno in associazione mafiosa; 2 anni per Gallo; 1 anno e 4 mesi per Puccio; 1 anno per Foglia; 8 mesi per Tassone; 1 anno e 4 mesi per Clarà; 1 anno e 4 mesi per Cotrone; 1 anno per Scandale; 1 anno per Alessio. Il successivo ricorso della Procura generale portò alla pronuncia della Cassazione che, a novembre del 2011, confermò le assoluzioni dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per gli imprenditori Vrenna e Clarà, e per l'ex assessore provinciale Puccio, annullando la sentenza dei giudici di secondo grado, con rinvio degli atti a Catanzaro per una nuova pronuncia della Corte d'appello, per quanto riguardava le condanne emesse nei confronti dei nove imputati odierni.