Mormanno non si arrende al terremoto

Cosenza Attualità

Riceviamo e pubblichiamo

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Domani lunedì 26 novembre 2012 sarà trascorso un mese esatto dal drammatico 26 ottobre quando la scossa di terremoto di magnitudo 5.0 ha interessato i comuni del Pollino. L’epicentro del sisma è stato Mormanno, il comune dal quale scriviamo e che a 30 giorni dal terremoto non ha ancora visto nessun intervento concreto di messa in sicurezza dei numerosi edifici gravemente lesionati e resi inagibili da quella forte scossa. Questo perché lo stato di emergenza per quest’area è stato dichiarato dopo due settimane dall’evento sismico e la firma effettiva dell’ordinanza a distanza di un mese circa. Il fatto più grave però è che da qui alla fase operativa sul nostro territorio dovrà passare ancora altro tempo burocratico.

Se la situazione si fosse gradualmente stabilizzata nei giorni successivi al sisma, ci troveremmo oggi in una condizione gravemente problematica, ma con almeno la possibilità di provare a ricomporre la nostra quotidianità e metterci con calma a pianificare la ricostruzione del nostro paese. Invece il sisma non si arresta. E’ di stamattina (domenica 25 novembre) alle 9.30, l’ultima forte scossa di magnitudo 3.7 con epicentro tra il nostro comune e Rotonda, comune limitrofo del potentino, la maggiore di una sequenza molto intensa che dal pomeriggio di sabato ci ha investiti. Non c’è tregua. Ogni scossa è per noi potenzialmente quella forte che può farci capitolare definitivamente.

La situazione è molto delicata, sia dal punto di vista strutturale che psicologico. Gli edifici del centro storico, in particolare sul corso e nella Piazza principale del paese, sono per gran parte non più utilizzabili, con tutto ciò che questo comporta per i nostri concittadini che non hanno più la loro casa e per le attività commerciali che sono costrette a trovare una nuova sistemazione. Chi è quel folle che a queste condizioni decide di investire i suoi soldi a Mormanno per la ricostruzione della sua abitazione, visto che questo sisma non ne vuole sapere di placarsi. E soprattutto, ricostruire o abbattere? E poi, chi, in questo momento di crisi economica generalizzata ed in una parte d’Italia non certo nota per le sue fiorenti attività economiche, ha le liquidità necessarie per permettersi di costruire la sua casa da zero? In pochi. E tra quei pochi di certo sono in molti a pensare che forse è più saggio ricominciare da capo in qualche altro luogo più sicuro. Ancora più grave è il nostro stato d’animo. Siamo gente temprata dalla durezza della montagna, ma due anni di scosse quotidiane sommate alle conseguenze del terremoto del 26 ottobre, ci stanno fiaccando e, cosa ancor più grave, ci stanno facendo perdere di vista la prospettiva del domani.

Alla lentezza delle procedure burocratiche di un’Italia vessata da troppi disastri ambientali in cui certamente la mano scellerata dell’uomo ha la sua forte responsabilità, corrisponde un’urgenza di vita che ha bisogno di ascolto, di risposte certe e di manovre celeri per tornare a pulsare.

Il messaggio dei nostri governanti è molto chiaro ai nostri occhi di cittadini italiani che non hanno sentito pronunciare dal massimo rappresentante del governo italiano neppure una parola di sostegno: qualsiasi realtà che non abbia rilevanza in termini economici, non ha motivo di essere adeguatamente sostenuta.

Ma la posta in gioco per noi è troppo alta. Tra la sopravvivenza e la morte di Mormanno noi abbiamo deciso da che parte stare. A questo che sembra un inesorabile destino, che taglia le gambe ai nostri sogni e a quelli dei figli che abbiamo deciso di mettere al mondo, in questa parte del mondo, perché crediamo in ciò che questa terra ci ha insegnato e nei valori di cui ci facciamo portatori, NOI NON CI ARRENDIAMO.

Se il clamore mediatico è l’unica possibilità che abbiamo di richiamare l’attenzione su di noi e di far quantomeno sentire le nostre proteste, allora chiediamo al TG3 Calabria – che in questo mese abbiamo sentito attento e vicino al nostro dramma- che torni a Mormanno e che faccia riverberare la nostra voce sulle reti nazionali e ai quotidiani nazionali e locali di fare circolare questo nostro comunicato . Vogliamo che ci ascoltino perché Mormanno non diventi la prima vittima di un sistema che in questa condizione di precarietà e dissesto (socio-economico, etico ma anche strutturale, idrogeologico ecc..) cancella la storia di quei paesini che costituiscono il tessuto connettivo dell’Italia. Che sono l’Italia.

Certi che la nostra richiesta di sostegno non cadrà nel vuoto, vi ringraziamo e salutiamo caramente.

il Comitato Cittadino “Noi non ci arrendiamo al terremoto”