Federconsumatori Calabria aderisce alla manifestazione di “Krotone è Provincia”

Crotone Attualità

La Federconsumatori Calabria comunica la sua adesione alla grande mobilitazione generale organizzata per questo sabato (17 novembre) a Crotone in sostegno dell’autonomia degli Enti intermedi di Crotone e Vibo rispetto al previsto accorpamento con Catanzaro, così come disposto dal governo Monti attraverso il Decreto legge 5 novembre 2012 n. 188 “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città Metropolitane”. Unitamente alla segreteria confederale della Cgil, Federconsumatori ha scelto di aderire all’iniziativa di protesta per tutelare l’autonomia amministrativa di due territori come quelli di Crotone e Vibo, caratterizzati da preoccupanti indici di crescita socio-economici, da una forte carenza infrastrutturale e produttiva, ma anche da un’elevata presenza della criminalità organizzata.

“In un momento così delicato per l’Italia e l’Europa – spiega il presidente di Federconsumatori Calabria Cinzia Mosella – è necessario che le strutture dello Stato vengano rafforzate ed assicurate proprio in quei territori più periferici dove proliferano malaffare e ‘ndrangheta. Questo Paese non potrà mai registrare una crescita reale se non interverrà uno sviluppo omogeneo tra Nord e Sud. Le stime elaborate dalla Cgil – prosegue Cinzia Mosella – ci dicono che nel solo territorio di Crotone con l’accorpamento della Provincia a Catanzaro sarebbero oltre 1.200 i posti di lavoro a rischio determinati dall’eventuale decadenza dei cosiddetti Enti collaterali, cui si aggiungerebbero gli oltre 2.000 lavoratori che percepiscono ammortizzatori sociali in deroga. In un territorio dove si registra il basso tasso d’occupazione e la maggiore disoccupazione giovanile d’Italia, smantellare le strutture statali, significa definitivamente mettere in ginocchio le nuove generazioni precludendo loro un futuro.

L’identità e l’autonomia amministrativa guadagnati da Crotone e Vibo solo nel 1992 – conclude l’avvocato Mosella – non possono essere spazzati via con criteri ragionieristici, ma meritano una più approfondita riflessione da parte del governo Monti.”