Reggio, scattano le manette per 12 presunti affiliati alle cosche Rosmini e Caridi

Reggio Calabria Cronaca

Gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria stanno dando esecuzione a 12 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle due cosche di 'ndrangheta "Rosmini" e "Caridi", entrambe operanti nei quartieri di Modena e Ciccarello alla periferia sud della città. Agli arrestati sono a vario titolo contestati i delitti di associazione mafiosa, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni, porto e detenzione abusiva di armi.

L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha permesso anche di sequestrare alcune attività commerciali del valore di circa 5 milioni di euro.

I particolari dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sala conferenza della Questura di Reggio Calabria.


09:33 | OPERAZIONE CARTARUGA, IN MANETTE I DUE PRESUNTI CAPI. I NOMI

Nelle maglie dell'operazione di polizia denominata "Cartaruga", condotta quest'oggi dalla Squadra Mobile di Reggio contro presunti esponenti delle cosche di 'ndrangheta Rosmini e Caridi, sono finiti i due soggetti ritenuti capi dell'omonimo sodalizio criminale: Diego e Francesco Rosmini, rispettivamente di 40 e 48 anni. Entrambi sono tra i 12 raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della locale procura distrettuale. Tra gli altri presunti affiliati arrestati vi sono: Natale Alampi e Antonino Casili, secondo l'accusa dirigenti e organizzatori della cosca, insieme a Carmelo Mandalari, uomo di estrema fiducia di Diego Rosmini. Oltre al reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, agli indagati sono contestati una serie di reati-fine che spaziano dalle estorsioni alle intestazioni fittizie di attività commerciali; constatata anche la disponibilità di armi da guerra.

h 14:37 | Impedivano ai suoi sostenitori di affiggere i suoi manifesti elettorali, perciò si sarebbe rivolta alla cosca Rosmini. Tra le intercettazioni effettuate dalla Squadra Mobile per l'operazione "Cartaruga" contro i clan Caridi e Rosmini, emerge un incontro tra uno degli arrestati, Carmelo Mandalari, e Antonia Lanucara, capolista Pd alle elezioni comunali di Reggio Calabria del 2011. La donna non risulta indagata, ma la vicenda è stata evidenziata in conferenza stampa dagli inquirenti come esempio di mancata collaborazione fra cittadini e forze dell'ordine. In piena campagna elettorale, il 26 aprile dello scorso anno, i due si incontrano nei pressi dell'abitazione di Mandalari: "...abitiamo qua.." dice Lanucara, che informa Mandalari di essersi candidata alle elezioni e cerca di procacciarsi qualche voto: "E lo so, allora guardate, l'unica cosa è questa, se siete impegnato? più amici di prima, se non siete impegnato e mi potete dare qualche voto?". Soprattutto, però, così come hanno sottolineato questa mattina gli investigatori durante la conferenza stampa in Questura, dall'incontro tra la capolista Pd e Mandalari emerge anche un'altra richiesta da parte della candidata: "Poi guardate c'è un'altra cosa, questi del bar?questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti!"; e ancora "?gli hanno detto no, qua c'è Plutino! E che significa?".

Si tratta, annota il gip, della "necessità della donna di affiggere i suoi manifesti elettorali in quella zona, atteso che ai suoi sostenitori, incaricati di svolgere quel compito, era stato impedito dai proprietari o frequentatori di un bar, che avevano motivato il diniego imposto, dicendo che in quella zona era possibile affiggere solamente quelli del candidato Giuseppe Plutino, Mandalari pertanto chiedeva alla donna perché non si fosse rivolta a lui, Lanucara ribatteva che infatti proprio lui stava cercando". Gli investigatori, infatti, avrebbero accertato che i sostenitori del candidato Giuseppe Plutino (poi eletto consigliere comunale e arrestato nell'ambito dell'operazione Alta Tensione 2 per concorso esterno in associazione mafiosa) appartenenti alla cosca Caridi, avevano impedito l'affissione dei manifesti elettorali della candidata Antonia Lanucara. Questa, però, piuttosto che rivolgersi all'autorità competente per denunciare le intimidazioni subite dai suoi sostenitori, si è rivolta a Carmelo Mandalari, "evidentemente - annota il gip - soggetto a lei ben noto quale appartenente alla cosca Rosmini e quindi in grado di confrontarsi da pari con i sostenitori del Plutino affiliati alla cosca Caridi, al fine di riuscire ad affiggere il suo materiale pubblicitario".