Carceri: Sappe, in Calabria sono fuori legge

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"Le carceri calabresi sono fuorilegge". Lo afferma, in una nota, il Sappe, secondo il quale "non si ferma l'emergenza sovraffollamento nelle carceri della Calabria, dove in poco piu' di un mese la percentuale di sovraffollamento è aumentata di circa 3 punti, passando dal 158% al 161%. E' stata superata la soglia di tollerabilita' fissata dall'Amministrazione penitenziaria in 3007 posti, mentre i detenuti presenti sono 3022. la capienza regolamentare e' invece di 1849 posti". La situazione - secondo il sindacato - e' critica in tutte le carceri d'Italia, dove ben dodici regioni sono fuori legge. Tra queste vi e' anche la Calabria, dove, nella maggior parte degli istituti, il numero dei detenuti e' ben superiore a quello che potremmo ospitare in condizioni dignitose per gli stessi detenuti e per gli operatori; soprattutto per la polizia penitenziaria che trascorre nelle carceri 24 ore al giorno, rileva Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria piu' rappresentativo, con 11.000 iscritti a livello nazionale e 700 nella Regione Calabria. In Calabria, nonostante il sovraffollamento, continua ad esistere un carcere fantasma come quello di Arghilla', in provincia di Reggio Calabria, il cui spreco di risorse e' noto in tutta Italia, per essersene occupate le reti televisive nazionali e le maggiori testate giornalistiche. I soldi sono stati stanziati da tempo per la conclusione dei lavori, si tratta di circa 24 Milioni di Euro, ma il carcere continua a rimanere chiuso. A Catanzaro e' in costruzione da tempo un nuovo padiglione detentivo, i cui tempi di realizzazione si allungano sempre di piu'. E' del tutto evidente, comunque, che e' anche necessario procedere all'immediato incremento dell'organico della polizia penitenziaria, continua Durante, per fare in modo che si possa garantire la sicurezza all'interno e all'esterno delle carceri, soprattutto in territori, come quello calabrese, ad alta densita' mafiosa. Infine, riteniamo che il "piano carceri" debba prevedere la costruzione di nuovi istituti nelle regioni del Sud, come ad esempio nell'area di Lamezia Terme, e per fare presto il sistema migliore e' senz'altro quello "Modulare" ( con strutture in acciaio) che consente di avere in soli sei mesi carceri di 600 posti detentivi, con costi piu' bassi di un terzo rispetto al sistema tradizionale, in cemento". "In Calabria - per Damiano Bellucci segretario regionale del Sappe - la situazione e' grave come quella del resto del Paese inasprita da quelli che sono i problemi legati alla criminalita' organizzata, alla contemporanea presenza negli istituti di detenuti appartenenti a consorterie criminali diverse ed in alcuni casi in contrasto tra di loro, dai numerosi spostamenti dei detenuti per la partecipazione a processi presso le varie aule di giustizia. A fronte del continuo aumento dei detenuti e del carico di lavoro degli istituti penitenziari della regione si continua a registrare una sistematica riduzione del personale della Polizia Penitenziaria e del comparto ministeri in servizio in Calabria, cosi' come si registra un considerevole arretrato nella liquidazione dei servizi di missione e del lavoro straordinario che, in considerazione della situazione di sovraffollamento, viene imposto al personale del Corpo. Tutti gli istituti penitenziari della regione, dove si registra una consistente presenza di detenuti stranieri (oltre 800, pari a circa il 26 % dei ristretti), sono in grande difficolta', a causa del sovraffollamento e della carenza di personale, al punto che fanno fatica ad organizzare i servizi. A Reggio Calabria sono presenti 335 detenuti, a Locri 170, a Palmi 255, a Laureana di Borrello, istituto a custodia attenuata, 45, Vibo Valentia 420, a Crotone 75, a Catanzaro 520, a Lamezia Terme 77, a Paola 190, a Cosenza 310, e a Castrovillari 280. A Rossano, dove i detenuti sono 340, come e' noto, di recente e' stata attivata una nuova sezione detentiva, per ospitare sette detenuti islamici accusati di terrorismo internazionale. L'Amministrazione ha inviato dodici agenti di polizia penitenziaria per rinforzare l'organico e dopo meno di due mesi ha disposto il rientro di due di loro, pur consapevole delle gravi carenze di personale, cui si aggiunge il sovraffollamento della struttura. Dall'altra parte, il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria della Calabria continua a sottrarre personale che prima aveva inviato per gravi esigenze di servizio a Rossano Calabro, disponendone il rientro nelle proprie sedi. Se l'Amministrazione continua cosi' saremo costretti a chiedere la chiusura della suddetta sezione, afferma Damiano Bellucci. Infine, - dice il sappe - bisogna evidenziare le particolari difficolta' che si registrano a Castrovillari ed a Reggio Calabria, dove sono ospitate le due sezioni femminili della regione e la grave carenza di personale di Polizia penitenziaria femminile non consente piu' di poter organizzare i servizi.