UGL su chiusura Istituto Penitenziario Sperimentale di Laureana di Borrello

Reggio Calabria Attualità

Apprendiamo solo dalla stampa che nei giorni scorsi si sarebbe consumato l’ennesimo discutibile provvedimento dell’Amministrazione Penitenziaria estrinsecatosi attraverso l’inopinata e discutibile chiusura dell’ Istituto Sperimentale “Luigi Daga” di Laureana di Borrello, inaugurato in pompa magna non più tardi di 8 anni fa dall’allora Ministro Castelli. - È quanto scrive in una nota Andrea Di Mattia segretario Regionale, consigliere Nazionale UGL Polizia Penitenziaria - Prendiamo atto, sulla base della tardiva e scarna comunicazione a firma del Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Catanzaro datata 02/10/2012, che tale dolorosa decisione dovrebbe avere (il condizionale è d’obbligo) carattere di temporaneità al fine di fronteggiare la carenza di Personale di Polizia Penitenziaria della Regione Calabria che starebbe mettendo, come anche questa Sigla sta denunciando da tempo, a serio rischio la celebrazione di importanti processi nel reggino.

Siamo sicuri che tale determinazione sia stata assunta da parte dell’Amministrazione con eccessiva nonchalance, precipitazione e, sia concesso, con un pizzico di superficialità atteso che altre potevano essere le soluzioni “tampone” utili al fine di recuperare quelle unità funzionali alle asserite esigenze processuali, soluzioni meno drastiche che potevano essere adottate grazie al (previsto) confronto con le parti sociali, cui l’attuale Dirigenza continua colpevolmente a sottrarsi. – prosegue la nota - E’ bene sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, il ruolo di assoluta eccellenza che tale istituto penitenziario, i cui laboratori costarono , tra l’altro, svariate decine di migliaia di euro, ha ricoperto, nel corso di questi anni in cui è stato attivo, non solo in ambito territoriale , ma in quello nazionale con riferimento particolare al reinserimento sociale degli utenti , tanto da essere più di una volta oggetto dell’attenzione dei mass-media nazionali attraverso servizi televisivi che ne hanno incensato e lodato il ruolo pioneristico nel trattamento intramurario.

Spiace constatare che anche questo disdicevole episodio, che fa seguito ad innumerevoli altri perpetrati negli ultimi tempi a danno delle prerogative e, più in generale, del sistema di relazioni sindacali, denota la necessità, impellente e non più procrastinabile, di nominare in Calabria un Provveditore Regionale in pianta stabile, laddove, allo stato attuale, sembrerebbe vigere il motto che a dirigere la nave sia “chi si svegli prima il mattino” o, peggio, di chi risulta avvantaggiarsi gaudente di tale situazione di stallo e di vuoto istituzionale, che una presenza discontinua non riesce evidentemente a colmare. – conclude Di Mattia - Alla luce di quanto sopra, ci diciamo enormemente contrariati rispetto ad una decisione adottata unilateralmente e che non risulta, peraltro, comunicata preventivamente alle Sigle Sindacali , per non parlare della conseguente e prevista mancata convocazione delle parti sociali. In definitiva, invochiamo un tavolo di concertazione sindacale a livello regionale al fine di raggiungere intese condivise sull’impiego del Personale di Polizia Penitenziaria ivi in servizio. In caso contrario, sarà inevitabile, su questo ed altri temi, un ricorso al giudice competente per attività antisindacale ai sensi dell' ex-art. 28 dela L.300/70, che l'UGL già sta valutando in sede legale.