Rischio sismico: il geologo Pileggi, necessario prepararsi

Calabria Cronaca

Il recente evento sismico di magnitudo 4.6 localizzato nello Stretto richiama l’attenzione sulle due iniziative sul rischio terremoto organizzate nel Palazzo della Provincia e nella sede del Consiglio regionale nel mese scorso a Reggio Calabria. Scrive in un comunicato Mario Pileggi geologo del Consiglio Nazionale Associazione onlus “Amici della Terra”.

“Sulla specificità della realtà dello Stretto i riflettori non si sono mai accesi e si continua a non rendere noti i movimenti e fenomeni di rapida evoluzione sulle coste di Calabria e Sicilia. Fenomeni, di grandissima rilevanza ma ignorati nei dibattiti a favore del Ponte sullo Stretto e, anche nei recenti dibattiti nelle varie località marine sui problemi del mare e delle coste della regione. Dibattiti e passerelle televisive con scarsa informazione (o disinformazione) sui reali processi in atto sulle coste, sulle vere condizioni delle acque marine e sui concreti interventi necessari per la messa in sicurezza e bonifica delle stesse. E così invece di favorire la soluzione dei problemi si finisce con l’aggravarli e alimentare rassegnazione e passività. Per non farsi cogliere impreparati e ridurre al minimo gli effetti d’inevitabili eventi sismici, c’è l’evidente necessità di concreti interventi e attività di prevenzione da attuare prima degli eventi. La Calabria è l’unica regione d’Italia con tutti i comuni compresi in zona sismica di prima e seconda categoria. Tra i 261 comuni con territori in zona sismica di prima categoria, a più elevata pericolosità, sono compresi quattro capoluoghi di provincia e comuni molto popolati come Lamezia Terme. Inoltre, ben 114 degli stessi comuni, tra cui Cosenza e Lamezia Terme, solo da pochi anni sono passati dalla seconda alla prima categoria. E, quindi, negli stessi 114 comuni, anche nei casi in cui è stata rispettata la normativa sismica vigente, si è progettato con margini di sicurezza inferiori a quelli attualmente ritenuti necessari, con rilevante accumulo di deficit nella risposta antisismica”.

Si legge ancora nel comunicato “è vero che non è possibile prevedere quando e come si manifesterà il prossimo ed inevitabile evento sismico. Ma è altrettanto vero che si può e si deve arrivare preparati per affrontarlo come si è fatto e come si fa negli Stati Uniti e in Giappone dove l’attività sismica è maggiore. Per arrivare preparati c’è la necessità, di attività e interventi e ad ogni livello di responsabilità, come, ad esempio procedere con urgenza alla verifica di tutti gli edifici "strategici": scuole, ospedali, caserme, ponti e importanti vie di collegamento, e adeguare gli stessi ai più recenti criteri di resistenza sismico; potenziare centri di ricerca mediante l'istallazione di un'articolata e diffusa rete di monitoraggio per ottenere un quadro esaustivo della vulnerabilità sismica del territorio anche per l’attività degli operatori civili negli scenari di emergenze/disastri, o istituire un Servizio Sismico, e Servizio geologico regionale previsto dalla legge regionale n.14 del 1980 dichiarata urgente, applicata in modo molto riduttivo dopo 18 anni con l’istituzione di un Settore regionale senza mezzi e ridotto a Servizio che di fatto ha vanificato le finalità della stessa legge”. Conclude il geologo Pileggi “di queste e delle altre necessità per la messa in sicurezza delle popolazioni dal rischio sismico, non c’è stata e continua a non esserci piena e adeguata consapevolezza nell’insieme della classe dirigente regionale e nazionale”.


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