Cetraro: scarcerati dal giudice i detenuti malati

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"Da un anno e otto mesi Roveto e Cataldo erano sottoposti alla custodia cautelare in carcere, massima misura restrittiva prevista dal Codice di Procedura Penale, e ciò nonostante le gravissime patologie che gli erano state diagnosticate. Nei mesi scorsi le loro vicende, secondo quanto riportato in un comunicato stampa a firma di Emilio Quintieri, erano arrivate al Governo Italiano ed alla Commissione Europea tramite distinti ed autonomi atti di Sindacato Ispettivo firmati dai Parlamentari Verdi e Radicali capeggiati rispettivamente dagli Onorevoli Raul Romeva i Rueda e Rita Bernardini. I Deputati, sollecitati dall’ex Consigliere Nazionale dei Vas ed esponente dei Verdi Emilio Quintieri, avevano evidenziato che il trattamento penitenziario doveva essere realizzato secondo modalità tali da garantire ai predetti detenuti il diritto inviolabile al rispetto della propria dignità ed alla tutela della propria salute così come sancito dagli Articoli 2, 3 e 32 della Costituzione Repubblicana, chiedendo l’immediata scarcerazione e la loro sottoposizione al regime degli arresti domiciliari o comunque il ricovero in idonee strutture così come peraltro previsto specificatamente dall’Articolo 11 dell’Ordinamento Penitenziario.

Tanto per garantire che l’espiazione della custodia cautelare in carcere non si traducesse di fatto in una illegittima violazione dei diritti umani fondamentali tutelati anche dalle Convenzioni Europee e dai Trattati Internazionali, secondo modalità tali da pregiudicare irreversibilmente le loro condizioni psico – fisiche già gravemente compromesse. Si tratta dei cetraresi Vincenzo Roveto e Alessandro Cataldo, entrambi imputati nell’ambito dell’Operazione Antimafia “Overloading” e condannati in primo grado dal Gup del Tribunale di Catanzaro Dottor Livio Sabatini : il primo alla pena di 6 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso (Art. 416 bis c. 1 c.p.) ed il secondo alla pena di 12 anni di reclusione e 40.000 Euro di multa per partecipazione all’Associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (Art. 74 c. 2 D.P.R. nr. 309/1990). Roveto, difeso dagli Avvocati Giuseppe Bruno e Sergio Rotundo, è stato scarcerato ed associato ai domiciliari già nei giorni scorsi mentre Cataldo difeso dall’Avvocato Giuseppe Bruno verrà scarcerato nei prossimi giorni, dopo aver concluso la chemioterapia presso il Reparto di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro.

Ad entrambi era stata accertata e riconosciuta una grave patologia neoplastica e, più in particolare, a Roveto un carcinoma alla vescica ed a Cataldo un tumore maligno che colpisce il sistema linfatico meglio noto come “Linfoma di Hodgkin”. Lo scorso 16 Luglio durante la 666^ seduta della Camera dei Deputati gli Onorevoli Rita Bernardini, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti visto che il Governo non ha fatto pervenire risposta nel termine stabilito, hanno chiesto al Presidente della Camera Onorevole Gianfranco Fini, ai sensi dell’Art. 134 comma 2 del Regolamento Parlamentare, di ottenere risposte alle Interrogazioni nr. 5/07434 e 5/07411 durante la prossima seduta della XII^ Commissione Permanente “Affari Sociali”. Il Presidente dell’Assemblea di Montecitorio ha trasmesso le Interrogazioni al Presidente della Commissione competente Onorevole Giuseppe Palumbo dandone comunicazione ai Ministri della Giustizia Paola Severino e della Salute Renato Balduzzi onerando il Dicastero della Giustizia di fornire risposta agli atti di sindacato ispettivo presentati dai Deputati. Piena soddisfazione per la scarcerazione dei detenuti Roveto e Cataldo è stata espressa da Emilio Quintieri, esponente dei Verdi aderente anche al Movimento dei Radicali Italiani : “la reclusione non costituisce una ragione per sopprimere i diritti inalienabili ed inviolabili dell’uomo e fra questi ci sono anche e soprattutto quelli della salute.

Dal 1959 ad oggi la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo ha condannato la Repubblica Italiana 2.122 volte per violazione della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali. Il nostro paese si è classificato al secondo posto, dietro solo alla Turchia (2.573 violazioni) e prima di Russia (1.079) e Polonia (874). Secondo, dunque, su 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. Mentre per l’irragionevole durata dei processi l’Italia ha il comando della classifica con 1.139 violazioni seguita dalla Turchia con 440 condanne, Polonia 397 e Grecia 353. In questi primi 8 mesi del 2012 sono già morte 102 persone detenute delle quali 37 si sono suicidiate. Gran parte di queste persone era detenuta in attesa di giudizio, in barba al precetto costituzionale della presunzione di non colpevolezza, grazie all’abuso della custodia cautelare in carcere nota meglio come “carcerazione preventiva” che, invece, dovrebbe essere disposta solo in casi di “eccezionale rilevanza” e quando ogni altra misura cautelare personale risulti inadeguata. Roveto e Cataldo dovevano già essere scarcerati da tempo perché la loro malattia esigeva un trattamento sanitario che certamente non poteva essere assicurato nelle strutture penitenziarie dove erano ristretti e nessuna esigenza cautelare poteva andare a discapito della loro salute e dignità umana che meritava di essere tutelata anche al di sopra di eventuali esigenze di sicurezza.”