Teatro: L’Orso di Ceckov per le vie di Melito

Reggio Calabria Tempo Libero

Il pianto inconsolabile di una vedova di un marito infedele, un servitore codardo ed estraneo alla sofferenza della padrona e l’Orso, un caparbio creditore che rimane vittima degli occhi e della forza interiore della donna. Il teatro del presente, veloce e intenso, dopo l'originale location di Roghudi, è quello fatto per le vie del paese vecchio di Melito che senza palcoscenico, senza sipario e senza quarta parete crea uno stretto legame con il pubblico della commedia brillante messa in scena nell’area grecanica grazie all’Agenzia dei Borghi Solidali e Officine Joniche delle Arti.

Nella rappresentazione di ieri sera un pubblico numeroso ed estasiato dall’emozione visiva resa ancora più avvolgente dalla vicinanza con i tre personaggi della breve opera in un atto unico de L’Orso di Cechov, interpretati in maniera brillante dagli attori Maria Milasi, Giuseppe Luciani e Americo Melchionda (che ne ha curato anche la regia). Un pubblico che entra in scena, siede nel salotto di Elena Ivanovna Popova e l’aiuta a liberarsi dai suoi tormenti interiori, a decidere sul proprio futuro e ad aprire il suo cuore allo scorbutico Orso, l'ex ufficiale di artiglieria Smirnov.

Fasciata in un abito nero la Popova che passa le sue giornate a piangere davanti alla foto del marito, dialogando con lui in maniera surreale, riceve la visita di Smirnov che deve riscuotere delle cambiali. Dal rifiuto di lei a pagare e dalla volontà di lui ad esigere quanto dovuto, nasce un dialogo concitato, che degenera in un duello fra la vedova e l'ex ufficiale. Presa la pistola in mano però, tra i due nemici giurati, nasce una passione improvvisa, a simbolico monito delle elucubrazioni mentali che entrambi si fanno per riuscire a vincere sull’altro. E in questa confusione ben si presta la faccia incredula e passiva del servitore Luka che, mentre appare in scena per colpire Smirnov vede i due stretti in un abbraccio e in un bacio passionale che libera la Popova dagli spettri del passato.

Il testo di Cechov, autore legato all’800 russo, suggerisce spunti di modernità e complici ne sono soprattutto l’interpretazione satirica e l’eccellente prova dei tre attori. E da Borghi Solidali assicurano che “il sodalizio con Officine Joniche delle Arti è solo all'inizio, con l'obiettivo di portare in strada il teatro e l'arte in genere, per coinvolgere maggiormente i cittadini, principali beneficiari del progetto Borghi Solidali, attraverso vecchie e nuove location culturali informali e di interazione con la gente”.