I ciclogiuristi ricevuti dal vescovo di Rossano

Cosenza Attualità Antonio Le Fosse

La delegazione dei "ciclogiuristi", accompagnata dal Presidente dell'Ordine degli Avvocati, Serafino Trento, dal Presidente dell'AIGA, Dora Mauro, e dall'avvocato Michele Marincolo (Presidente UGCI locale), è stata ricevuta, stamani, dal Vescovo, S.E. Mons. Santo Marcianò, a conclusione del percorso, a tappe, che ha portato i giovani avvocati, Mauro Mitidieri e Massimo Ruffo, a Roma, dove sono arrivati, in bicicletta, per consegnare al Ministro di Grazia e Giustizia, Paola Severino, la prima copia del documentario, girato dagli Avvocati del Presidio, sulle condizioni disagevoli delle infrastrutture che collegano tutti i comuni dell'entroterra all'istituendo unico Tribunale Provinciale di Cosenza.

Durante l'incontro, che si è svolto in un clima di serena convivialità, il Presidente Trento ha, quindi, illustrato al Vescovo i dettagli dell'iniziativa "500 km per 5 minuti," che è servita a dare risalto e visibilità al lavoro istituzionale portato avanti, tramite le delegazioni ricevute presso le sedi delle competenti Commissioni Giustizia della Camera e del Senato, dall'Avvocatura e dall'Amministrazione comunale. S.E. il Vescovo, nel porgere il proprio saluto e plauso ai protagonisti della singolare impresa, ha voluto ringraziare tutti i presenti per aver deciso di coinvolgere direttamente nell'iniziativa anche la Chiesa, riconoscendole il ruolo primordiale di promotrice dei valori umani. Le peculiarità del territorio e le croniche difficoltà in cui esso vive, richiedono il mantenimento dei presidi giudiziari dello Stato, che in Calabria devono essere potenziati che diminuiti, e resi tali da garantire legalità ai cittadini. S.E. Mons. Santo Marcianò ha, poi, osservato che i conti dello Stato non possono certo essere risanati da tagli indiscriminati. Vi è, quindi, la forte necessità di un discernimento territoriale. Pensare di tagliare in modo indiscriminato tutti i presidi giudiziari della Calabria è assurdo, anche perché si rischia di dare un segnale di abbandono dello Stato rispetto al territorio.

Il Vescovo, confermando il proprio interessamento al riguardo, ha sottolineato, tra l’altro, come il problema del Tribunale non riguardi singole categorie professionali, ma la comunità intera, i cittadini ed anche la Chiesa, la quale, per la tutela della comunità locale, deve farsi garante. La condizione delle infrastrutture e della criminalità organizzata nel territorio, lo stesso sovraffollamento delle carceri e le difficili condizioni dei detenuti, non permettono indifferenza verso la soppressione dei presidi giudiziari. L'incontro, infine, si è concluso con la simbolica consegna sia del documentario dal titolo: "Io non chiudo" e sia della dettagliata relazione sulla storia del tribunale rossanese operativo in città dal lontano 1862.

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