Saline Joniche: la preoccupazione di Spanò

Reggio Calabria Attualità
Mario Spanò, presidente Net

Il Polo Regionale di Innovazione sulle Energie Rinnovabili, Efficienza Energetica e Tecnologie per la Gestione Sostenibile delle Risorse Ambientali, attraverso il soggetto gestore Consorzio NET- Natura-Energia e Territorio, con sede a Crotone e Reggio Calabria, formato da oltre 60 soggetti privati e pubblici distribuiti su tutto il territorio della Calabria e nazionale, esprime viva preoccupazione per la paventata costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico in provincia di Reggio Calabria, resa nuovamente attuale dopo il decreto positivo di VIA emanato dal Consiglio dei Ministri nello scorso mese di Giugno.-si legge in una nota di Mario Spanò- Il consorzio NET, istituito con la missione di promuovere buone pratiche in campo di salvaguardia ambientale e della promozione di politiche energetiche sostenibili su tutto il territorio della regione Calabria , ritiene incompatibile la realizzazione di una centrale a carbone con i programmi tecnico-scientifici del Polo che puntano invece alla valorizzazione delle risorse ambientali e allo sviluppo sostenibile della Regione.

Tra le sue attività principali, infatti, il Polo NET ha l’individuazione e la realizzazione di servizi e progetti innovativi di risparmio e contenimento dei consumi energetici, lo sviluppo di nuove tecnologie per l’utilizzo delle fonti locali di energia (dai cassoni per la conversione del moto ondoso in energia elettrica, agli aquiloni di bassa quota per la cattura dell’energia eolica; dalla valorizzazione di biomasse agro-forestali al trattore elettrico, ecc.), la promozione di modelli di governance territoriale basati sui principi dello sviluppo sostenibile e del razionale uso delle risorse naturali e sulla consapevolezza dell’importante contributo che gli enti locali devono e possono fornire al raggiungimento degli accordi internazionali in materia di cambiamenti climatici e di riduzione delle emissioni inquinanti. Tutto ciò a partire proprio da due realtà territoriali della Calabria, Crotone e Reggio Calabria, molto problematiche ed esemplificative degli errori commessi nelle scelte del passato, che hanno lasciato nei rispettivi territori innegabili ed evidenti “macerie” ma che la Regione si sta facendo carico attraverso politiche di sviluppo e di riconversioni oculate e ad ampio raggio che mirano a dare una svolta nuova rispetto al passato.Sulla questione della centrale di Saline Joniche , al di la delle questioni tecniche irrisolte e/o rinviate del Decreto di VIA e dell’incompatibilità con il Piano Energetico Regionale vigente, il Polo NET invita la Regione Calabria a riflettere sul ruolo che essa è chiamata a svolgere nella copertura dei fabbisogni energetici nazionali (la Calabria già esporta a gran fatica, per via delle deboli infrastrutture elettriche esistenti, circa i 2/3 dell’energia che produce) e a candidarsi, semmai ,a contribuire con i suoi boschi e parchi nazionali e regionali ,aree protette e tutelate (SIC , ZPS, SIR, ecc.) per accogliere progetti di compensazione della CO2, che renderebbero la Calabria un polmone verde nel cuore del mediterraneo.

Le moderne centrali di produzione elettrica fondano il proprio asset tecnologico sulla necessità di impiegare, a regime, poche unità operative dedite alla gestione/manutenzione degli impianti.-continua la nota- Lo stesso dicasi per la filiera dell’approvvigionamento, necessariamente lunga se si considera la tipologia di combustibile impiegato, la cui potenziale ricaduta sul territorio è al momento indecifrabile considerati i contesti logistici sovranazionali presso i quali va ad impattare. Infine, un altro aspetto non secondario, è il sempre più massivo ricorso all’efficientamento energetico degli involucri edilizi, anche in virtù della premialità connessa che favorisce gli investimenti in questa direzione, nonché la diffusione di macchine industriali ed apparecchi domestici sempre meno energivori i quali consentiranno di limitare drasticamente il fabbisogno energetico degli insediamenti umani. Non si dimentichi, inoltre, il vincolo oggettivo rappresentato dalla infrastruttura primaria di Terna che, almeno sino a quando non adeguerà le proprie dorsali compatibilmente con i problemi di impatto ambientale dovuti al passaggio degli elettrodotti nel Parco del Pollino, rappresenterà un collo di bottiglia in termini di capacità in immissione dell’intera produzione energetica calabrese. Infine, la realizzazione di grandi centrali va in controtendenza rispetto a quella che è unanimemente considerata la nuova frontiera delle smart grids. L’architettura logica, costituita da numerosi e piccoli produttori mutuamente correlati attraverso principi di reciprocità energetica, rappresenta uno degli asset fondanti delle Smart Cities.

Lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche e gestionali che saranno in grado di favorire la produzione e la gestione integrata a livello locale delle diverse fonti energetiche rinnovabili rappresenterà un ulteriore elemento di efficienza energetica “che parte dal basso” e che andrà a svantaggio dei grandi produttori. Pertanto, il Polo NET invita il Consiglio regionale a confermare quanto già deliberato nel passato attivandosi per il ricorso al TAR contro il Decreto Monti e a ribadire, al contrario, la scelta di sostenibilità già presente in molti atti regionali (oltre al Polo di innovazione , il recente Piano per il turismo sostenibile già approvato e il Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica in corso di definizione, I progetti Integrati strategici Regionale PISL e PISR, ecc. ecc.) che , in caso contrario, andrebbero vanificati e resi inutili con enorme spreco di denaro pubblico.-conclude la nota di Spanò- Il Polo Regionale di Innovazione sulle Energie Rinnovabili, Efficienza Energetica e Tecnologie per la Gestione Sostenibile delle Risorse Ambientali, attraverso il soggetto gestore Consorzio NET- Natura-Energia e Territorio, si rende inoltre disponibile per fornire contributi, rispetto alle proprie competenze, alle già numerose proposte di alternative alla costruzione di una centrale a carbone nell’area di Saline Joniche in provincia di Reggio Calabria.