Cgil Castrovillari, incendi dolosi nel Parco Nazionale del Pollino: si invocano autorità

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E’ un esercizio ricorrente, quello della generalità degli amministratori delle regioni del Mezzogiorno d’Italia, di invocare autorità supreme: il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che sorvolerà il versante calabro del Parco Nazionale del Pollino dopo ben 6 giorni di fuochi e fiamme appiccate dolosamente sulle praterie di Conca del Re che hanno in poche ore raggiunto e distrutto boschi di Pino Nero, un’essenza prodotta dalle “migliori intelligenze” della Regione Calabria che hanno progettato – in anni remoti – la forestazione regionale, poi boschi naturali di Pino Larice, foreste di Faggio e splendidi esemplari di Pino Loricato sui contrafforti dolomitici di Pollinello e Serra Dolcedorme fino a raggiungere le alte vette del Parco. - Comunica una nota stampa della Cgil - Probabilmente il Ministro del Super Governo dei Professori avrà pure la compiacenza di passare in rassegna tutto l’ambaradan messo in campo per l’occasione, ma che non ha avuto la sufficiente capacità di organizzare razionalmente i normali e semplici dispositivi di prevenzione e protezione del territorio dall’azione criminale di piromani evidentemente interessati alla distruzione degli habitat naturali dell’area che dovrebbe essere opportunamente ed efficacemente “protetta”!

Molti brillanti amministratori di questo territorio, di questa provincia e di questa regione, che in ogni occasione “si sparano le pose” con inconsistenti ed inutili parate fine a se stesse, dovrebbero spiegare ai cittadini per quale recondito motivo per mettere in campo squadre di operai, addetti al servizio antincendio, vedette radiocollegate per l’avvistamento dei focolai d’incendi ( siano essi accidentali o dolosi ) – un sistema a rete di presidio capillare del territorio che abbia capacità operative d’intervento rapido con pick up e piccoli fuoristrada al fine di spegnere prontamente e sul nascere i focolai anche in più punti contemporaneamente, non ci sono risorse disponibili, mentre per i costosi interventi delle flotte aree di Canadair ed elicotteri le risorse disponibili sono immense, diremmo infinite.

Facciano loro stessi, questi brillanti amministratori, i conti di quanto sarebbe costato un “normale” Servizio Antincendio Boschivo fatto di uomini e mezzi dislocati lungo il perimetro delle aree più sensibili del Parco Nazionale del Pollino ( perché di un “Parco” stiamo parlando, di “un’area protetta”!) avviato in tempo utile e , invece, quanto è costato e costa l’intervento della flotta di aerei ed elicotteri antincendio che, comunque, hanno limitato danni ambientali che, diversamente, neanche ci sarebbero stati. - Continua la nota - Conferma la nostra tesi l’inutilità d’invocare sistemi di videosorveglianza, magari di spegnimento automatico degli incendi boschivi oppure il lancio in orbita, ed in pompa magna, di un apposito satellite …. basterebbe avere solo l’umiltà e la capacità di mettere in campo il “Piano Antincendio Boschivo” che ogni Regione – per legge – deve avere ed attuare; e per quanto concerne il Parco mettere semplicemente in campo quelle così dette “buone pratiche” di amministrazione per la protezione e salvaguardia della flora e della fauna, che – peraltro – è la sua missione essenziale, per garantire la effettiva tutela del territorio soprattutto dagli incendi dolosi.

Il Parco Nazionale del Pollino deve vivere. Il Territorio deve essere salvaguardato, difeso, tutelato quale patrimonio indisponibile dello Stato, dei cittadini, delle popolazioni del Pollino. E il Sindacato, la Cgil, è impegnato strenuamente a mettere in campo idonee iniziative affinchè questo accada e non solo. Dobbiamo fare in modo di sottrarre questo patrimonio dalle mani di una lobby politica affaristica che non ha dimostrato sufficiente capacità di gestione e buona amministrazione della cosa pubblica.

La questione del Parco è una questione che riguarda tutti i cittadini che vivono questi territori nel perimetro dell’area protetta. Il Parco Nazionale del Pollino deve sortire i risultati attesi dalle popolazioni: promuovere buona occupazione, lavoro, sviluppo, benessere sociale diffuso.

Anche nei remoti territori del Pollino, in Calabria e nel Paese, bisogna cambiare registro. Dimostrare che con buone pratiche di gestione, di governo democratico del territorio, con il “rigore del buon senso” si può, si deve, cambiare pagina.

Una pagina nuova che dia una prospettiva di riscatto ad un’area a grave ritardo di sviluppo, semplicemente con la giusta valorizzazione delle risorse naturalistiche, ambientali e paesaggistiche del territorio.

Insistiamo sul nostro punto di vista che, invece, in quest’area a grave ritardo di sviluppo, devono essere messe in campo politiche occupazionali idonee a promuovere lavoro e sviluppo in una prospettiva di tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico ed ambientale del Parco Nazionale del Pollino, accrescendo anche positivamente il consenso delle popolazioni locali verso il Parco ovvero la necessità ineludibile di custodire e tutelare, in maniera produttiva ed attiva, questo grande patrimonio naturale. - Conclude la nota - Promuovere l’occupazione giovanile, anche stagionale, per la manutenzione del territorio in chiave di tutela e salvaguardia degli habitat del Pollino. Utilizzare le risorse europee per fare buona occupazione, al servizio della tutela e della valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico del territorio. Ripudiare le politiche assistenziali dei sussidi fine a se stessi, degli ammortizzatori sociali, delle misere indennità assolutamente insufficienti per vivere dignitosamente, battersi, lottare per affrancare questo territorio del Pollino, della Calabria, dalla morsa della povertà diffusa, di un’area tra le più depresse dell’Europa.

Il Parco Nazionale del Pollino è stato colpito dagli incendi e distrutto da una classe politica inetta."