‘Ndrangheta, catturato il “superlatitante” Domenico Polimeni

Reggio Calabria Cronaca
Domenico Polimeni

Domenico Polimeni, 69enne di Oppido Mamertina, inserito nella lista dei latitanti pericolosi è stato catturato a Fiumefreddo Bruzio, nel cosentino, dai Carabinieri dello Squadrone eliportato cacciatori Calabria, insieme ai colleghi della Compagnia di Sellia Marina e del Nucleo operativo di Reggio Calabria.

Polimeni, che era stato condannato per omicidio e associazione mafiosa ed era latitante dal 1998, è considerato elemento di spicco della cosca di 'ndrangheta Polimeni-Mazzagatti operante a Oppido Mamertina, nel reggino.


AGGIORNAMENTO


Il latitante era inserito nella lista dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno (ex elenco dei 100) ed era ricercato da oltre 15 anni dall’esecuzione degli omicidi di Antonio Gugliotta, Antonio Gangemi e Angela Bonarrigo, avvenuti in l’11 agosto del 1997, commessi materialmente - secondo gli inquirenti - da Polimeni e dal cognato Giuseppe Mazzagatti (80 anni)

IL LATITANTE

“La caratura criminale di Polimeni – affermano i militari dell’arma - era emersa in maniera evidente già nel corso delle indagini successive all’eccidio noto come la ‘Strage di Oppido’ - avvenuta l’8 maggio del 1998 - in cui rimasero uccisi il figlio Giovanni Polimeni e il nipote Vittorio Rustico”. Nella circostanza, i killer fecero fuoco anche contro un’auto che transitava davanti la macelleria del latitante, uccidendo il conducente Giuseppe Biccheri e la nipotina di otto anni e ferendo gravemente Francesca Biccheri, madre della bambina, ed il figlio di sette anni. Nell’agguato rimase ferito anche l’altro figlio del ricercato, Paolo, che si trovava anch’egli all’interno della macelleria da loro gestita.

Come emerso dalle indagini - preseguono gli investigatori - che avevano portato all’emissione dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere del GIP del Tribunale di Reggio Calabria (il 7 luglio 2000), Domenico Polimeni era considerato il “promotore di un’associazione di tipo mafioso, nella sua articolazione territoriale denominata cosca Polimeni-Mazzagatti, attiva nelle estorsioni e nel controllo delle attività commerciali ed in contrapposizione a quella facente capo alle famiglie Zumbo-Gugliotta-Ferraro”.

LA GUERRA DI MAFIA

È proprio a causa di questa rivalità nel contendersi l’egemonia criminale del territorio, che tra l’inizio e la fine degli anni ‘90 si scatenava una guerra di mafia tra le due fazioni opposte. Nella furiosa mattanza, Polimeni ed il cognato Mazzagatti, l’11 agosto del 1997, avrebbero progettato ed eseguito gli omicidi di Gugliotta, Gangemi e Bonarrigo.

La Strage di Oppido del 1998, avrebbe così indotto le opposte cosche di ‘ndrangheta a trovare una tregua che durò fino al 2011, quando si riaccesero le rivalità tra gli schieramenti mafiosi che operano sul territorio di Oppido Mamertina e che videro contrapposti i Polimeni-Mazzagatti contro i Ferraro-Raccosta.

Nell’ultimo anno sono stati consumati 5 tra omicidi e tentati omicidi che hanno lasciato una lunga scia di sangue nel territorio mamertino: solo negli ultimi quattro mesi sono stati uccisi Domenico Bonarrigo e Vincenzo Ferraro, sono scomparsi Francesco Raccosta e Carmine Putrino ed è stato ucciso Vincenzo Raccosta, padre di Francesco.

L’attività investigativa che ha portato all’arresto del latitante, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria e della Compagnia di Sellia Marina (Catanzaro), coordinata per la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria dal Procuratore Aggiunto Michele Prestipino Giarritta e da Alessandra Cerreti, è stata avviata proprio a seguito della ripresa della faida che vede coinvolta a pieno titolo la cosca di appartenenza del latitante.

Tra le numerose attività svolte, sono stati intensificati i controlli dei familiari del ricercato, il cui coinvolgimento nella gestione logistica del latitante è apparsa subito evidente agli investigatori. Dall’8 giugno 2012, infatti, la moglie e la figlia di Polimenti avevano fatto perdere le loro tracce, interrompendo completamente ogni forma di contatto con il mondo esterno, pertanto si era ipotizzato che le due avessero raggiunto il familiare in una località clandestina, come di fatto è stato accertato nel corso dell’intervento di ieri.

IN MANETTE ANCHE MOGLIE E FIGLIE

Al termine della perquisizione, sono state trovato due pistole automatiche clandestine con matricola abrasa, di cui una con il colpo in canna (CZ75 di fabbricazione Cecoslovacca cal. 9 luger e una Beretta mod. 950B cal. 6,35) e 4.100 Euro in contanti. Al termine delle operazioni, sono state tratte in arresto la moglie insieme alle due figlie per il reato di inosservanza di pena: di tratta di Sara DIODATI, 58 enne nata a Giulianova; Fortunata, 33 anni, nata a Fiorenzuola d’Adda (PC); Elisa, 29 anni, nata a Oppido Mamertina.

Su disposizione del magistrato di turno della Procura di Paola, le tre donne sono state associate presso la Casa Circondariale di Castrovillari, in attesa del giudizio di convalida.