Legambiente: necessario osservatorio su Ecomafie

Calabria Attualità

Un osservatorio regionale contro le ecomafie. E' la proposta che Legambiente Calabria ha avanzato nella seduta della Commissione regionale antimafia, trovando l'apprezzamento e l'impegno del presidente Salvatore Magarò e dei rappresentanti istituzionali del Consiglio regionale.

Nel corso dell'audizione di ieri a Palazzo Campanella, il presidente di Legambiente Calabria, Francesco Falcone - spiega una nota - ha tracciato il quadro delle ecomafie nella regione. "Una presenza, quella della 'ndrangheta, che è ormai "strutturale", come conferma la DNA nella relazione delle attività svolte nel 2011. Una presenza capillare - ha spiegato Falcone - soprattutto nel ciclo del cemento, dunque degli appalti per la realizzazione di opere pubbliche". Un quadro - sostiene Legambiente - che negli ultimi anni emerge in maniera evidente dalle indagini delle procure di mezz'Italia, da "Crimine" della Dda di Reggio a "Infinito" della Dda di Milano. Ma è in Calabria - continua la nota - che l'assedio mafioso è più pressante: si va dalla gestione in regime di monopolio dei lavori pubblici con le aste pilotate - è il caso dell'inchiesta Entourage del 2010 - o addirittura attraverso il controllo totale delle istituzioni preposte al controllo della regolarita' delle gare, come ha svelato l'inchiesta Ceralacca - che ha coinvolto anche tre funzionari della Sorical - per finire con il pericolosissimo quanto redditizio affare del cemento depotenziato. La presenza della 'ndrangheta nelle istituzioni democratiche e nella politica è talmente organica che è ormai impossibile parlare solo di infiltrazioni".

"Lo dimostrano le indagini che, al di là del dato giudiziario, coinvolgono consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti istituzionali - ha aggiunto Falcone - e ancora gli scioglimenti dei consigli comunali e i numerosi commissariamenti per l'accesso agli atti". Ma è nel ciclo dei rifiuti che le ecomafie terreno fertile: la Calabria è ormai seconda nella classifica delle illegalità ambientali stilata da Legambiente nel consueto dossier annuale. " Si pensi alla discarica di Alli di Catanzaro e a quella di Casignana nella Locride - ha spiegato ancora Falcone - entrambe, secondo gli inquirenti, oggetto di lucrosi affari ma anche vere e proprie bombe ecologiche: per anni il percolato delle due discariche sarebbe finito direttamente nelle acque dello Ionio, senza trattamenti e senza controlli". "La nota vicenda delle navi dei veleni e delle discariche di rifiuti tossici - scrive Legambiente - tutt'altro che archiviata per gli ambientalisti, completa il quadro dell'ecomafia calabrese. E' per rispondere a questo tipo di aggressione che Legambiente s'è fatta promotrice in giro per l'Italia della nascita di "Osservatori Ambiente e Legalità", a sostegno del lavoro giornaliero delle forze dell'ordine e come interfaccia privilegiato per i rapporti con la cittadinanza.

Una proposta che Falcone, a nome di Legambiente Calabria, ha lanciato alla Commissione regionale antimafia trovando pieno apprezzamento. Inoltre, il presidente Magarò - si legge - si è impegnato pubblicamente a farsi portavoce della proposta di istituzione di un Osservatorio Ambiente e Legalità della Regione Calabria e di vagliarne la fattibilita' in relazione alle risorse a disposizione dell'istituzione regionale".