Vibo Valentia. Sgominata gang che s’ispirava alla banda della Magliana

Vibo Valentia Cronaca

Avevano compiuto furti in abitazioni da agosto 2011 fino ad aprile dell’anno in corso ispirandosi alla ''banda della Magliana'': la polizia ha sgominato una gang di 18 giovanissimi, quattro dei quali minori, arrestati o sottoposti a misure cautelari. I componenti della banda, che spesso si riunivano per guardare la serie tv ''Romanzo Criminale'', hanno rubato monili in oro, rivenduti per 50 mila euro di cui 2.000 mila recuperati e sequestrati anche 100 grammi di cocaina. Questa mattina gli uomini della Squadra Mobile di Vibo Valentia hanno eseguito 13 provvedimenti cautelari nei confronti di un gruppo di soggetti stabilmente dediti alla commissione di furti in abitazione. L’escalation di furti verificatasi negli ultimi mesi, infatti, ha determinato una vera e propria emergenza, creando un particolare allarme sociale fra tante famiglie vittime di questa tipologia di reati predatori, e violate nei loro luoghi più intimi e defraudate di oggetti preziosi che rappresentavano i ricordi familiari di una vita.

Le indagini della “Mobile” sono state avviate partendo, intanto dall’analisi di alcuni furti, analizzandone il modus operandi ed evidenziando, così, mediante una tecnica investigativa “tradizionale”, alcune caratteristiche che accomunavano i numerosi episodi di furto, rendendo verosimile la loro riconducibilità al medesimo gruppo criminale. Infatti le abitazioni “visitate” dai giovanissimi ladri erano per lo più tutte ubicate al pian terreno o a piani bassi, e presentavano infissi facilmente violabili, mediante effrazione degli stessi per la successiva intrusione in casa. Una volta all’interno delle abitazioni i malviventi razziavano oggetti d’oro, orologi di valore e denaro. I proventi dei furti venivano, poi, piazzati sul mercato mediante la rivendita, a prezzo inferiore, a varie attività di acquisto di oro usato della città, con una tale frenesia tanto da evidenziare, in capo agli indagati, una vera e propria “febbre dell’oro”, che ha suggerito la denominazione convenzionale dell’operazione di polizia, appunto “Golden fever”.

A riguardo, dal solo inizio dell’anno in corso (3 gennaio) ben 25 sono stati gli episodi di furti in abitazioni riscontrati dalle indagini, numero che subisce un ulteriore incremento in considerazione del numero di furti commessi sul finire dello scorso anno, ben 12, attribuiti al medesimo gruppo degli odierni indagati, cosicché il numero complessivo di furti riscontrati è di ben 37. Questi dati rendono facilmente comprensibile l’allarme sociale creato dal rischio di subire una violazione dei luoghi domestici più intimi da parte di una vera e propria “banda” di ignoti ladri che ha imperversato in città, tale da creare motivo di timore per molti cittadini e quindi incidere sul regolare e sereno svolgimento della loro quotidianità. Ad evidenziare ulteriormente gli allarmanti contorni del fenomeno oggetto d’indagine vi è l’oggettivo dato secondo il quale fino al primo semestre del 2011, i furti in abitazione rappresentavano una tipologia di reato quasi inesistente su questo territorio o erano per lo più ascrivibili al ciclico passaggio in città di soggetti di etnia rom o in più sparuti casi di condotte poste in essere da soggetti con problemi di tossicodipendenza.

Altro dato degno di rilievo che induceva quest’Ufficio ad esplorare contesti al di fuori degli ambiti criminali già noti, lo si rilevava proprio dal fatto che tutte le attività-info investigative avviate, oltre a non rilevare il coinvolgimento diretto di soggetti appartenenti alla criminalità nota ed operante sul territorio, al contrario ne indicavano deboli ma preoccupanti segnali interessamento da parte della stessa finalizzati proprio ad identificarne gli autori. Pertanto, dalla predisposizione di accurate intensificazioni delle attività di controllo del territorio, si giungeva all’individuazione delle frequentazioni più ricorrenti dei soggetti, fin dall’inizio, sospettati di far parte della “banda”. In occasione dei furti gli indagati hanno sottratto monili in oro e orologi preziosi poi venduti presso le rivendite di oro usato realizzando l’illecito guadagno di oltre 50.000,00 euro, somma “spartita” fra i componenti della banda che a rotazione ed a seconda delle “esigenze” operava in numero tre/quattro per ogni furto. Da immediati riscontri presso le sopra citate rivendite di oro, sono stati recuperati, prima della loro fusione, monili in oro provento dei furti, per un valore di circa 2.000,00 euro oltre ad altra refurtiva recuperata in occasione di una perquisizione effettuata lo scorso mese di aprile nei confronti di un indagato che deteneva illecitamente anche 47 cartucce inesplose calibro 9x21 e 7,65 ed un passamontagna. Sempre nello stesso mese, ricostruendo le attività criminali del gruppo, che era solito reimpiegare i proventi della ricettazione dei preziosi nell’acquisto di sostanza stupefacente, per il loro personale consumo e per la cessione ad altri, nel corso di una perquisizione sono stati sequestrati circa 100 gr di cocaina.

I COMPONENTI DEL GRUPPO CRIMINALE | L’azione investigativa condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, è partita da un furto commesso lo scorso 19 marzo, in abitazione di viale Accademie Vibonesi, allorquando, in sede di sopralluogo si rinvenivano alcune tracce ematiche, successivamente ricondotte all’indagato RAMONDINO Saverio, notato, proprio durante un controllo di polizia per strada, con una ferita alla mano, della quale lo stesso non era in grado di fornire giustificazioni plausibili. Tale prezioso elemento investigativo otteneva un importante ed ulteriore riscontro quando, qualche giorno dopo, in occasione di un altro furto, furono rinvenute, nel corso del sopralluogo una carta d’identità dello stesso RAMONDINO ed una tessera sportiva intestata ad un ragazzo minorenne, destinatario anch’egli di provvedimento cautelare. Gli uomini della Sezione “Reati contro il patrimonio” della Squadra Mobile, d’intesa con le Procure di Vibo Valentia e quella presso il Tribunale dei Minori di Catanzaro avviavano una serie di intercettazioni che consentivano di individuare i 18 componenti del gruppo criminale, di cui facevano parte anche 4 minori.

IL DESIDERIO DI EMULARE LA BANDA DELLA MAGLIANA | Le indagini hanno evidenziato una particolare determinazione in capo a tutti gli indagati di commettere una serie numerosissima di crimini e la loro chiara consapevolezza delle azioni delittuose perpetrate. Suggestivo a tal proposito è il riferimento del gruppo criminale alle gesta, considerate di esempio, dei banditi della famigerata “banda della magliana” ai quali componenti ognuno degli odierni indagati si ispirava mutuandono addirittura lo pseudonimo. Infatti fra di loro erano soliti indicarsi con gli appellativi di alcuni dei componenti della Banda della Magliana fra i quali i più diffusi “er sorcio e dandy” e spesso si riunivano per la visione della nota serie di “Romanzo Criminale” ispirata alla Banda della Magliana.

Applicazione della misura degli arresti domiciliari, nei confronti di: Saverio Ramondino 20 anni; Manuel Ancora, 18 anni, Alessio Lagrotteria, 21; Maria Stella Vacatello, 42 anni; Francesco Cartisano 19 anni. Quest’ultimo è stato rintracciato per la notifica del provvedimento, da personale della Squadra Mobile di Salerno, dove risulta domiciliato per motivi di studio Misura della sottoposizione all’obbligo di presentazione alla P.G.: Carmelo Barba, 30 anni; Domenico Carnovale, 20 anni; Leoluca Prestia, 19 anni; Claudio Celano, 22 anni; Francesco Scrugli Junior 19 anni; Dario Mantino 21 anni. Per quanto riguarda i soggetti minori di età , il GIP del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, ha disposto nei confronti di due dei quattro indagati l’accompagnamento in comunità.