Cetraro. I Verdi sollecitano la scarcerazione del detenuto Cataldo

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"Recentemente la Corte Costituzionale Federale Tedesca ha stabilito che se le Autorità Penitenziarie non riescono ad assicurare una prigionia rispettosa dei diritti umani fondamentali ad un detenuto, quest’ultimo può essere rilasciato. In Italia la Corte Suprema di Cassazione, chiamata a pronunciarsi in merito, a più riprese, ha ribadito che ai malati gravi va evitata la prigione anche se la malattia è compatibile con la detenzione e con le possibilità di cura fornite dalla struttura carceraria. Secondo la Cassazione la via da seguire è dunque quella del rispetto dei diritti umani e del divieto di mettere in atto trattamenti inumani e degradanti così come indicato anche dagli articoli 32 e 27 della Costituzione. Non c'è dubbio – spiega il Supremo Collegio - che anche in caso di patologie gravi il carcere, benché attrezzato per le cure, rappresenta una sofferenza aggiuntiva che può superare i limiti della umana tollerabilità. - Comincia così la nota di Emilio Quintieri, ex Consigliere Nazionale dei Vas ed Esponente dei Verdi con la quale denuncia il trattamento inumano e degradante al quale è sottoposto il cetrarese Alessandro Cataldo nonostante la gravissima patologia tumorale che gli è stata diagnosticata. - Cataldo, com’è noto, si trova ristretto presso la Casa Circondariale “Siano” di Catanzaro a seguito dell’Operazione “Overloading” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro perché accusato di far parte di un’Associazione a delinquere finalizzata al traffico degli stupefacenti.

Già lo scorso 3 Maggio, proprio su sollecitazione di Quintieri, durante la 627^ seduta della Camera dei Deputati gli Onorevoli Radicali Rita Bernardini, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti si rivolsero al Governo Italiano con un atto di Sindacato Ispettivo rivolto al Ministro della Giustizia Paola Severino ed a quello della Salute Renato Balduzzi informandoli della situazione e chiedendo ogni utile iniziativa di competenza al fin di tutelare la salute del Signor Alessandro Cataldo, affetto dal “Linfoma di Hodgkin”. Subito dopo l’Interrogazione Parlamentare il detenuto venne immediatamente sottoposto ad esami di alta specializzazione e ad opportuno trattamento chemioterapico in Day Hospital ogni 15 giorni presso il Reparto di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro. In data 16/04/2012 il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro Livio Sabatini richiedeva al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) del Ministero della Giustizia l’individuazione di una struttura carceraria idonea per la cura della patologia tumorale e dei verosimili effetti collaterali derivanti dall’imminente trattamento chemioterapico.

In data 27/04/2012 il Dap, in esito a quanto sollecitato dal Servizio Sanitario Penitenziario di Catanzaro, comunicava al Gip l’assegnazione del detenuto Alessandro Cataldo presso la Casa Circondariale di Messina per ivi avvalersi delle strutture e dell’assistenza dell’annesso Centro Diagnostico Terapeutico (Ctd) specificando che “esami di alta specializzazione come la Pet e la somministrazione di chemioterapia non sono eseguibili presso nessun Centro Clinico Penitenziario”. In data 16/05/2012 il Servizio Sanitario Penitenziario di Messina informava il Gip di Catanzaro ed il Dap che il cetrarese Cataldo non era stato mai tradotto in quell’Istituto poiché, nel frattempo, è stato ricoverato presso il Reparto di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro. Inoltre, faceva presente, che trattandosi di patologia neoplastica ad andamento evolutivo richiedeva frequenti esami di alta specializzazione presso strutture esterne che quel Centro Diagnostico Terapeutico non poteva assicurare. In pari data il Servizio Sanitario Penitenziario di Catanzaro informava l’Autorità Giudiziaria ed il Dap che il detenuto stava eseguendo, secondo un calendario cadenzato, la chemioterapia e poiché la stessa era stata ben tollerata senza evidenti effetti collaterali auspicava che lo stesso rimanesse in quell’Istituto per completare il trattamento senza ulteriori perdite di tempo che si potrebbero verificare con un suo spostamento. Tuttavia, segnalava, che il detenuto era affetto da patologia neoplastica la cui evoluzione ed eventuali complicazioni erano imprevedibili e pertanto, nel caso in cui le condizioni cliniche sarebbero peggiorate, avrebbero preso i necessari provvedimenti tra cui anche la possibilità di riproporre il trasferimento presso il Centro Diagnostico Terapeutico di Messina.

Il Gip del Tribunale di Catanzaro Sabatini, ritenendo necessario effettuare una completa ed approfondita relazione peritale per verificare le attuali condizioni di salute del detenuto Cataldo e la loro compatibilità con il regime carcerario, con Ordinanza del 17/05/2012 nominava il Dott. Pietrantonio Ricci, Professore Ordinario di Medicina Legale e Direttore del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro. Ad oggi, nonostante il lasso di tempo trascorso, nessun provvedimento è stato intrapreso né da parte dell’Autorità Giudiziaria né da parte dell’Amministrazione Penitenziaria – prosegue l’Ecologista Radicale Quintieri - per tutelare la salute di Alessandro Cataldo nonostante sia chiara la grave patologia tumorale di cui sia affetto. La sua detenzione in carcere si sta traducendo ad un trattamento contrario al senso di umanità e ad una sostanziale elusione del diritto individuale costituzionalmente garantito alla tutela della salute che sta provocando seri danni alla sua stessa sopravvivenza.

Per quale motivo, ancora oggi, quest’uomo gravemente ammalato non viene mandato agli arresti domiciliari o comunque fatto ricoverare in idonee strutture per potersi curare in modo adeguato vivendo in un ambiente pulito e non in un carcere come quello di Siano con delle pessime condizioni igienico – sanitarie. A tal riguardo, probabilmente, verrà effettuata una visita ispettiva parlamentare per accertare la veridicità di quanto è stato segnalato. Per questi motivi la Deputazione Radicale – conclude l’ex Consigliere Nazionale dei Vas Emilio Quintieri - presenterà l’ennesima Interrogazione Parlamentare con richiesta di risposta scritta ai Ministri della Giustizia e della Salute per conoscere quali atti intendano assumere affinché sia pienamente garantito il diritto alla salute della persona ristretta in applicazione di quanto stabilito dall’Ordinamento Costituzionale e dal diritto comunitario ed internazionale."


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