Inquinamento ambientale. Sequestrato oleificio a Montebello Jonico

Reggio Calabria Cronaca

Montebello Jonico. Inquinamento ambientale. Sequestrato un oleificio che scaricava deliberatamente i residui provenienti dalla molitura delle olive all’interno del torrente S. Elia. Denunciato il proprietario.

Continua senza sosta il contrasto dei reati contro il patrimonio paesaggistico ed ambientale e delle frodi nel settore agroalimentare, grazie ai servizi di prevenzione generale e specifica predisposti dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria, con particolare riferimento agli opifici di trasformazione dei prodotti agricoli ed allo smaltimento dei residui industriali di lavorazione.

Nell’ultimo in ordine di tempo, una pattuglia del Comando Stazione di San Roberto, a seguito di una segnalazione pervenuta al numero 1515 della Centrale Operativa Regionale del CfS, si è recata nella località “Maddà” in agro del comune di Montebello jonico (RC), notando immediatamente che all’interno del tratto di alveo del torrente S. Elia ricadente nel medesimo comune era presente una consistente quantità di residui liquidi industriali provenienti dalla lavorazione delle olive, dai quali esalava il tipico sgradevole odore dei tannini della sansa umida.

Da lì a poco, in prossimità dell’area oggetto di scarico, è stato individuato un frantoio che, al momento dell’accesso, non risultava essere in attività. Dopo aver proceduto ad un accurato controllo documentale, il personale CFS ha effettuato un’attenta ispezione della struttura, notando che, nonostante questa fosse dotata di due grandi vasche per la raccolta dei reflui e dei residui di lavorazione, le stesse risultavano colme fino all’orlo ed il loro contenuto tracimava palesemente al di fuori, riversandosi direttamente all’interno dell’alveo del torrente. Considerata la flagranza del reato, l’indagato ha giustificato la fuoruscita dei liquami con un guasto nell’impianto di depurazione.

Quanto accertato non rientrava nelle previsioni della vigente normativa sull’impiego delle acque di vegetazione e delle sanse umide ai fini agronomici, pratiche queste che devono essere effettuate nel pieno rispetto di criteri generali di utilizzazione delle sostanze nutritive ed ammendanti e dell’acqua in esse contenute, che tengano, altresì, conto delle caratteristiche pedogeomorfologiche, idrologiche ed agroambientali del sito e che siano rispettosi delle norme igienico-sanitarie, di tutela ambientale ed urbanistiche. Il personale operante ha posto sotto sequestro penale l’opificio, che è stato successivamente convalidato dalla competente Autorità Giudiziaria, e ha deferito in stato di libertà il proprietario dello stesso, Z.G., di 50 anni, al quale sono stati contestati i reati relativi allo scarico illecito di reflui industriali.