Terremoto in Emilia, si alla festa del 2 giugno: no alla parata militare

Catanzaro Attualità

"Il terremoto porta con sé una scia di sangue e dolore che nessuno si aspetta così improvvisamente, ma oltre a questo, è necessario guardare avanti e pensare alla ricostruzione in fretta e con coscienza dell’evento accaduto , affinché non si possano ripetere tragedie umani simili. - Comunica una nota del Rinnovamento di Catanzaro - A farne come sempre le conseguenze sono chi vive nei centri urbani mai soggetti a controlli e manutenzione ma anche coloro che lavorano in quei luoghi di lavoro, spesso sorti come funghi e non necessariamente adeguati alle norme di legge di prevenzioni ad eventi naturali.

Ma non è il momento di fare polemiche bensì quello di rimboccarsi le mani e pensare a come risolvere i problemi delle innumerevoli famiglie che sono rimaste senza una casa o altro luogo di ricovero. Pensiamo che un popolo dignitoso come quello emiliano non voglia l’elemosina dello Stato per riprendersi ma è necessario però che riceva i giusti sussidi da parte delle Istituzioni, per ripartire.

Il nostro pensiero và alla prossima festa del 2 giugno che potrebbe essere il miglior momento per ricordare le vittime del terremoto ma anche per rilanciare la presenza dello Stato nei territori colpiti dal sisma; - continua la nota - riteniamo che sia necessario intervenire sulle spese da sostenere per la consueta parata militare del 2 giugno, che invece potrebbero essere risparmiate e destinate ad un primo aiuto agli emiliani terremotati con conseguenza diretta di un non inasprimento di altre tasse e balzelli a carico degli italiani, per come invece il Governo Monti ha già deciso di fare.

Se il capo dello Stato si è già espresso in maniera chiara sull’impossibilità di annullare l’evento per via degli impegni già presi, è possibile però sempre cancellarla nei centri periferici della penisola , dove solitamente si replica la cerimonia dei Fori Imperiali a Roma.

Per questo invitiamo le Istituzioni locali ad annullare i vari picchetti delle forze armate e di polizia organizzati in occasione della festa della Repubblica ed invece attivare tramite le associazioni di volontariato dei centri di raccolta , per inviare alle popolazioni terremotate , viveri e generi di prima necessità e se possibile anche qualche piccolo sostegno economico utilissimo in questo momento, per coloro che ha perso in un attimo la casa, il lavoro ma anche la serenità familiare per via delle violente scosse di terremoto. - Conclude la nota - La festa della Repubblica è giusto che venga celebrata perché proprio in questi casi, è il miglior viatico per unire un popolo quello italiano molto diviso dalle enormi tensioni sociali ed economiche che percorrono il nostro Paese alla luce della crisi finanziaria e ma ridurre le spese militari , è un segnale forte di rinnovamento che la classe politica italiana può adottare in un momento di difficoltà ma anche di speranza e immediata ricostruzione per il laborioso popolo emiliano colpito dagli ultimi eventi sismici."