Sociale: Ra.Gi. organizza confronto con candidati a sindaco Catanzaro

Catanzaro Politica

È tutto pronto per l’incontro “Quale progettazione sociale a misura della città: confronto con i candidati a sindaco del Comune di Catanzaro” organizzato dall’Associazione Ra.Gi. Onlus. Un dibattito quanto mai importante per capire come concretamente i futuri sindaci intendono affrontare una situazione di crisi che non ha precedenti per i servizi sociali e socio-educativi comunali. Ed ecco alcuni dati: dal 2012 sono soppressi tutti i trasferimenti statali di parte corrente alle Regioni e verrà abolito il Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) che, ridefinito dalla Legge 328 del 2000, rappresenta ad oggi l’unica fonte di finanziamento per tutta una serie di servizi che i Comuni mettono in campo in favore delle persone più fragili e bisognose. Senza questo finanziamento le Regioni indeboliscono la loro azione perché tali risorse contribuiscono al finanziamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali attraverso la quota del fondo ripartita tra le Regioni che, a loro volta,attribuiscono le risorse ai Comuni che erogano i servizi ai cittadini in conformità ai Piani sociali di zona la cui attuazione rischia quindi di disaggregare ulteriormente le risorse, dividendole in mille rivoli di dubbia utilità, con il rischio di lasciare scoperti livelli essenziali di assistenza.

Il totale delle risorse del FNPS destinate alla Regione Calabria tra 2003 e 2011 è diminuito dell’82%. Dal 2013, inoltre, ogni Regione sopprime i trasferimenti regionali di parte corrente diretti al finanziamentodeglientilocaliedeterminaunacompartecipazionedeiComuni allaaddizionaleIrpefinmisurataledaassicurareaglistessiunimportocorrispondente ai trasferimenti regionali soppressi. Non sarà dunque previsto alcun finanziamento regionale o statale specifico per i Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS).

Fondi statali (in milioni di €)

Fondo

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Fondo perle politiche della famiglia

346,5

186,6

185,3

51,5

52,5

31,4

Fondo pari opportunità

64,4

30,0

3,3

17,2

17,2

17,2

Fondo politiche giovanili

137,4

79,8

94,1

12,8

13,4

10,6

Fondo infanzia e adolescenza

43,9

43,9

40,0

39,2

40,0

40,0

Fondo perle politiche sociali(*)

929,3

583,9

435,2

273,9

70,0

44,6

Fondo non autosufficienza

300,0

400,0

400,0

0,0

0,0

0,0

Fondo affitto

205,6

161,8

143,8

32,9

33,9

14,3

Fondo inclusione immigrati

100,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

Fondo servizi infanzia

100,0

100,0

0,0

0,0

0,0

0,0

Fondo servizio civile

299,6

171,4

170,3

110,9

113,0

113,0

TOTALE

2.526,7

1.757,3

1.472,0

538,3

340,0

271,1

Rispetto all’anno precedente


-30,4

-16,2

-63,4

-36,8

-20,3

La riduzione del Fondo per le Politiche Sociali (FNPS), passato dai 185,3 milioni di euro del 2010 ai poco più di 52 milioni dell’anno in corso, giungerà, in previsione, ai circa 30 milioni di euro nel 2013. Sono, inoltre, ridotti il Fondo per le politiche della famiglia (2010: 185,3 – 2011: 51,5 –2012: 52,5 – 2013: 31,4 ), il Fondo per le politiche giovanili (2010: 94,1 – 2011: 12,8 – 2012: 13,4 – 2013:10,6 ), il Fondo per l’infanzia e l’adolescenza (2010: 40 – 2011: 39,2 – 2012:40,0 – 2013: 40,0), il Fondo per il servizio civile (2010: 170,3 – 2011: 110,9 – 2012-2013 ;113,00), il

Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati è privo di finanziamento dal 2009 e infine viene azzerato il finanziamento del Fondo per la non autosufficienza. Il disegno appare chiaro: ciascuna Regione dovrà garantire le politiche sociali facendo leva esclusivamente su fondi propri. Il Comune di Catanzaro, nell’applicare la legge 328/2000, rischia di farsi trovare impreparato, sia in termini di analisi dei bisogni, sia in termini di risorse e così l’elaborazione e l’adozione dei cosiddetti Piani di Zona, strumento indispensabile per la pianificazione e programmazione volti a garantire l’integrazione del sistema dei servizi sociali, rappresenteranno invece l’ennesima negazione di diritti essenziali e presumibilmente la chiusura di servizi indispensabili.“Di fronte a tale emergenze – afferma il presidente della Ra.Gi. Elena Sodano - non ci si può porre il problema delle risorse ma quello della scelta da fare in maniera seria e decisa, rimboccandosi le mani senza guardarsi indietro. Una scelta che da un lato, garantisca le risorse necessarie per assicurare i livelli basilari di assistenza e, dall’altro, consenta di rispondere alle reali esigenze della cittadinanza sulla base di una seria e scientifica analisi dell’esistente e dei bisogni emergenti. Nella nostra città nessuno si è mai occupato di indagare con metodo e rigore scientifico la condizione delle povertà, dei minori, dei giovani, delle ragazze madri, dei disabili, degli anziani non autosufficienti, delle donne sole, delle mamme lavoratrici, degli immigrati. Esistono forse alcune ricerche fatte nel corso degli anni ma non sono mai state poste a sistema o considerate dagli enti preposti. Il bilancio comunale inoltre non può considerarsi un mero strumento tecnico, bensì la rappresentazione reale di scelte politiche ben precise che non possono esimersi dal coinvolgere le diverse categorie di cittadini, principali destinatari degli interventi da mettere in campo (bilancio sociale).

E’ necessario, quindi, formulata l’analisi dei bisogni e valutata l’entità delle risorse, puntare alla costituzione di un piano dei servizi sociali pluriennale, un welfare municipale, coordinando e affidando la gestione e l’offerta dei servizi ai “soggetti pubblici nonché, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, a organismi non lucrativi di utilità sociale, organismi della cooperazione, organizzazioni di volontariato, associazioni ed enti di promozione sociale, fondazioni, e altri soggetti privati…”, esattamente così come recita la L. 328/2000. Noi crediamo che vada restituito al Terzo Settore il ruolo di stimolo culturale, agente del cambiamento, laboratorio di innovatività. La cosiddetta sussidiarietà orizzontale non deve mai essere intesa come semplice supplenza rispetto alle carenze delle istituzioni pubbliche o come esternalizzazione della gestione dei servizi in un’ottica di mera convenienza economica. Al contrario, lo stile dovrà essere quello di una vera concertazione in cui, fermo restando il ruolo insostituibile di governo, indirizzo, programmazione e controllo dell’Amministrazione, gli enti del no profit possano realmente contribuire costruzione di un sistema integrato di servizi”.