Vibo, fermate per armi due persone implicate in una faida

Vibo Valentia Cronaca

Due pregiudicati, già arrestati nell’operazione "Crimine", al centro della faida dei "Piscopiani" dal nome della frazione di Vibo Valentia, sono stati raggiunti nella serata di ieri dagli agenti della squadra mobile della questura di Vibo, da un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

I due erano scampati pochi giorni addietro all’agguato in cui è stato ucciso Francesco Scrugli. Il provvedimento di fermo riguarda anche un terzo uomo.

Si tratta di Rosario Battaglia e Raffaele Moscato, bloccati nella frazione di Piscopio, ritenuto dagli investigatori il feudo del gruppo criminale emergente dei "piscopisani".

Il questore, Giuseppe Cucchiara, nel dare comunicazione dell’operazione ha annunciato una conferenza stampa, che si svolgerà in questura alle 11 e sarà tenuta insieme al capo della mobile Antonio Turi.

H 17.59 | Rosario Battaglia e Raffaele Moscato il 21 marzo scorso erano scampati ad un agguato in uno stabile di Vibo Marina in cui perse la vita Francesco Scrugli di 42 anni, mentre i due, pur essendo rimasti feriti, avevano fatto perdere le loro tracce. Nella serata di ieri sono finiti nelle mani degli agenti della squadra mobile, diretti da Antonio Turi nel corso di un blitz a Piscopio, la frazione di Vibo dove risiedono. Il terzo provvedimento e' stato notificato in carcere a Rosario Fiorillo, arrestato dalla mobile di Vibo il 16 marzo scorso in un ristorante di Gizzeria. "Un provvedimento importante - ha spiegato nella conferenza stampa il capo della mobile Antonio Turi assistito dal suo vice Antonio Lanciano - che certifica la guerra di mafia in atto nel Vibonese tra alcune cosche rivali". Il tutto e' partito da una serie di intercettazioni, grazie alle quali gli agenti hanno avuto modo di accertare come nelle disponibilita' dei tre vi fosse una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa, rinvenuta carica all'interno di un'abitazione di cui avevano la disponibilita'. "Le complesse e gravi vicende degli ultimi mesi, riconducibili a nuovi assetti criminali - ha aggiunto Turi - sono oggetto di un'attenta analisi condotta nell'ambito di un gruppo d'investigazione, oltre che dalla stessa Squadra mobile di Vibo, anche da poliziotti del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della sezione criminalita' organizzata della squadra mobile di Catanzaro, per favorire un proficuo e piu' immediato scambio informativo Con cio' non possiamo dire d'avere interrotto la guerra di mafia, perche' i due non hanno voluto parlare. Fra l'altro Scrugli era scampato un mese addietro ad un altro agguato a colpi di pistola che gli stava costando la vita. Nemmeno allora ha voluto fare i nomi delle bande contrapposte".