Lavoratori case protette e Rsa: “Mancano ancora all’appello 90 milioni della Regione”

Calabria Salute

Da tempo, il gruppo dei lavoratori delle Case Protette e delle RSA della Regione Calabria conduce una battaglia su quella che definisce “la sparizione dei 90 milioni di euro che il dipartimento politiche sociali della regione Calabria non trova per pagare la quota sociale da oltre 17 mesi!”

In una nota, i lavoratori evidenziano che “sono spariti dal 2010 ad oggi circa 90 milioni di euro che, ad oggi, non sono ancora ricomparsi, e quindi vengono spesi diversamente da come la legge prevede. E tutto ciò avviene non pagando alle strutture il “dovuto” (30,40,50,60 % della retta) da ormai 17 mesi”. Inoltre, sottolineano che “il bilancio approvato dalla regione Calabria non corrisponde al vero perché hanno inserito solo 15 milioni di euro al posto dei 90 milioni necessari.

E tutto ciò - continuano i lavoratori - in barba alla legge nazionale sull’integrazione socio sanitaria, alla legge regionale n°22/2007, alla sentenza della corte costituzionale del mese di aprile 2011, alla dgr n° 183 del 20/05/2011, alle certificazioni ed attestazioni delle Asp della regione Calabria e del dipartimento politiche sociali della regione Calabria ed alle sentenze dei tribunali cui si sono rivolte le aziende) Cioè hanno creato una legge senza copertura finanziaria”.

Il gruppo, poi, lamenta “l’assordante silenzio dei politici e dei dirigenti che, consapevolmente, hanno creato ed aumentato questo “buco da 90 milioni di euro”, che li porta a calpestare le Leggi dello Stato e della Regione, oltre che le decisioni dei Tribunali”

Rivolgendosi, poi, al prefetto, chiedono: “Lo sa che, malgrado quando da Lei richiesto e malgrado quanto a Lei assicurato, per i pagamenti ci vorrà ancora molto tempo e che comunque tali pagamenti potrebbero essere vincolati a “contratti discutibili”? Le pare normale che malgrado le Sue richieste, è stata indetta una riunione dove erano presenti le Aziende e non c’erano i lavoratori? Cioè, guarda caso, gli unici che non sarebbero stati disponibili ad alcun compromesso”.