Beni per 18mln di euro sequestrati dalla Gdf a esponente clan Maesano

Calabria Cronaca

Beni per 18 milioni di euro sono stati sequestrati stamani dalla Guardia di Finanza a Giovanni Puccio, indicato come elemento legato al clan della 'ndrangheta guidato dalla famiglia Maesano, operante nel crotonese. I beni sottoposti a sequestro dalle Fiamme Gialle, su disposizione del Gip del Tribunale di Catanzaro, che ha accolto una richiesta del Pm Salvatore Curcio, consistono in immobili, autoveicoli, mezzi meccanici e patrimoni aziendali di 3 ditte operanti fra Botricello (Cz) e Catanzaro Lido, ma anche a Mantova. Il 3 novembre scorso, la stessa Guardia di Finanza ed i Carabinieri avevano sequestrato a Puccio beni per 800.000 euro, fra cui quote individuali di societa' ed altri titoli patrimoniali, nell'ambito di un'inchiesta su operazioni fraudolente. Stamane i finanzieri hanno sequestrato le 3 ditte riconducibili a Puccio, operanti prevalentemente nel settore dell'impiantistica elettrica, in alcuni casi anche per conto di enti pubblici.

h 18:44| Il sequestro è stato eseguito dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese e su ordinanza del gip. Le tre società, secondo le indagini, sarebbero tutte riconducibili, anche attraverso parenti e prestanomi, a Puccio, 63 anni, condannato in primo grado nell' ambito del processo per l'operazione "Puma". Le tre società interessate dal provvedimento sono la Serit srl, la Cesit srl e la IIe srl, tutte operanti nel settore dell'impiantistica elettrica e negli appalti pubblici. Secondo le indagini delle Fiamme Gialle, i vari assetti societari avrebbero permesso di intestare fittiziamente i beni a terze persone. Nelle stesse società sarebbero state investite ingenti somme di denaro che, sempre secondo quanto emerso, sarebbero frutto di attività criminose. Passaggi e intestazioni che, negli anni, avrebbero anche permesso di ottenere le certificazioni antimafia e la possibilità di accedere a gare di appalto indette dalla pubblica amministrazione. Nel provvedimento di sequestro sono finiti capannoni industriali, depositi, uffici, terreni, attrezzature, impianti, numerose autoveicoli tra cui anche autovetture di grossa cilindrata, conti correnti bancari aziendali.