Monasterace. Mosaico del Drago, giovedì si presenta il progetto di restauro

Reggio Calabria Attualità

Giovedì 2 febbraio 2012 alle ore 16 presso il Museo Archeologico di Monasterace, nel reggino, si terrà una conferenza stampa nel corso della quale la Delegazione FAI della Locride e della Piana, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e il Comune, presenterà il progetto “Puntiamo i riflettori” che ha ad oggetto il restauro e la ricollocazione “in situ” del Mosaico del Drago, rinvenuto e strappato negli anni sessanta del secolo scorso in una casa della città magno-greca di Kaulon, oggi Monasterace Marina. Si tratta del più antico mosaico della Calabria che, dopo essere stato esposto per lungo tempo nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, è stato di recente restituito al territorio di provenienza.

Per le sue caratteristiche il mosaico può assurgere a simbolo dell'intera fascia territoriale della Locride archeologica e il progetto per il recupero e la ricollocazione nel suo contesto originario essere l'emblema della valorizzazione delle risorse culturali e ambientali del territorio.
Per tali motivi, la Delegazione FAI lo ha individuato e inserito nella campagna nazionale FAI denominata Puntiamo i riflettori, finalizzata a recuperare e dare risalto alle specificità locali di notevole valenza culturale e ambientale.

Immediata è stata l’adesione e la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria e del Comune di Monasterace, che da tempo sostengono e condividono gli ideali del FAI.

La conferenza stampa segna l’apertura ufficiale del restauro, che avrà le caratteristiche del “cantiere aperto”. Sarà possibile, infatti, per tutta la durata dei lavori, seguire da vicino le varie fasi e le tecniche di restauro del mosaico: ciò attribuirà al progetto una particolare valenza didattica e divulgativa.

La storia del mosaico
Si tratta di un mosaico policromo raffigurante un drago marino che costituisce la soglia di un grande ambiente, probabilmente un androceo (parte riservata agli uomini), unico esempio mosaicato di età ellenistica per tutta la Calabria archeologica. È stato rinvenuto all’interno di una casa denominata Casa del Drago, inserita nel Parco archeologico di Kaulon, che si estende su una fascia parallela alla linea di costa, lungo la SS 106, poco distante dalla spiaggia, nel territorio di Monasterace. La tecnica costruttiva e i materiali del mosaico, che è composto di grandi tessere di marmo, di pietre colorate e di lamine di piombo, ne consentono la datazione al III secolo a.C.

Il progetto di restauro e di ricollocazione in situ
Il progetto nel suo complesso richiede una spesa di circa 10.000,00 euro, di cui 6.000,00 euro necessari per il restauro del mosaico e 4.000,00 euro per la protezione dei vani pavimentati a mosaico e coccio pesto. Conseguentemente al restauro, il mosaico sarà riposizionato all’aperto nel luogo archeologico di provenienza, ovvero all’ingresso di una delle sale della Casa del Drago, al cui interno è ancora superstite un riquadro centrale, decorato con onde marine stilizzate. In tal modo, dunque, si consentirà la piena fruizione della Casa nella sua ricchezza di particolari costruttivi, nonché nel contesto di provenienza, così da riaccendere, al contempo, l'interesse per l'intero Parco archeologico.

La promozione del progetto e le azioni intraprese per la sua realizzazione
Il progetto di restauro è stato presentato nelle Scuole della Locride (con il supporto dell’I.I.S. Liceo Classico e Scuola d'arte di Locri), le quali hanno così avuto la possibilità di elaborare percorsi di sensibilizzazione per gli alunni al fine di farli accedere al cantiere durante l'esecuzione del restauro, inserendo tale attività nella propria programmazione.
È stata avviata una campagna di raccolta fondi attraverso varie iniziative che ha raggiunto, in brevissimo tempo, risultati inaspettati grazie anche alla generosità del Notaio Salvatore Federico che ha finanziato il progetto di restauro, dimostrando sentimenti di particolare sensibilità e attenzione per questo territorio. È tuttora in corso la raccolta fondi per le spese relative alla ricollocazione “in situ” del mosaico.